L’organizzazione no-profit PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), fondata nel 1980 e con sede in Virginia, ha lo scopo di sostenere i diritti animali. L’azienda concentra i propri sforzi nella lotta a quattro pratiche: l’allevamento intensivo, la vivisezione (o la sperimentazione sugli animali), l’allevamento di animali da pelliccia e l’uso di animali nell’industria del divertimento.
Dopo l’uscita del film Guardiani della Galassia Vol. 3, PETA ha voluto conferire un premio speciale al regista James Gunn. Il premio si chiama “Not a Number Award” e la decisione ha a che fare proprio con il secondo punto delle pratiche che l’organizzazione tenta di combattere.
Il merito di questo premio va al protagonista della terza pellicola della saga: Rocket, un procione geneticamente modificato, mammifero antropomorfo che difende la galassia e a cui presta la voce l’attore Bradley Cooper. Il tema toccato è proprio quello dei diritti e della difesa degli animali ed è evidente quanto abbia fatto presa sul grande pubblico, ancor più di appelli, proclami e manifestazioni. PETA si batte per il trattamento etico delle creature animali che convivono con noi su questo pianeta e ha riconosciuto al film targato Marvel la genialità con cui ha toccato il tema della crudeltà dei test sugli animali.
Il terzo volume della saga Guardiani della Galassia si concentra sulla storia passata di Rocket, quando veniva utilizzato come animale da laboratorio da parte di un criminale, con lo scopo di creare una specie dall’intelligenza sopraffina. Rocket ha subito modifiche corporali e torture da parte dei cattivi, assieme ad altri animali rinchiusi per gli stessi scopi.
Lisa Lange, la vicepresidente senior di PETA, ha detto che “attraverso Rocket, James Gunn ha dato un volto, un nome e una personalità ai milioni di animali vulnerabili che subiscono torture nei laboratori”. Per questo la pellicola è celebrata come miglior film sui diritti degli animali dell’anno, per aiutare il pubblico a vedere gli animali come individui e suggerendo che solo perché possiamo sperimentare su di loro non significa che dovremmo.
Dopo questo speciale riconoscimento, e dopo la visione del film (ormai ancor più pubblicizzato su varie piattaforme) sempre più sui social media le persone stanno inviando all’organizzazione no-profit dei messaggi di sostegno. Guardiani della Galassia Vol. 3 ha fatto un po’ quello che Don’t Look Up ha fatto per la crisi climatica e ambientale, o Avatar – La via dell’acqua per la situazione degli oceani. Il cinema sta diventando sempre di più un mezzo per trasmettere empatia e tolleranza per tutte le creature viventi e per il pianeta. Infine, a coronare l’impegno animalista del film, anche l’approvazione dell’American Humane Association, che con tanto di bollino certifica come “nessun animale è stato ferito” durante la realizzazione dell’opera.
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