Sono trascorse meno di 48 ore dal momento in cui i primi concorrenti hanno iniziato la loro avventura al “Grande Fratello Vip” (gli altri varcheranno la “porta rossa” nella seconda puntata), ma le prime polemiche sono già partite. A fare discutere è stato Fausto Leali, che ha avuto una conversazione con alcuni inquilini su un tema decisamente scottante: Benito Mussolini. “Se fai nove cose buone e una cattiva verrai ricordato per quella cattiva. Prendiamo per esempio Mussolini: ha fatto delle cose per l’umanità, ha fatto le pensioni… ma poi è andato con Hitler. Il quale nella storia era un fan di Mussolini” – sono state le parole del cantante, che probabilmente non ha tenuto presente di essere ripreso dalle telecamere e delle conseguenze che questa affermazione avrebbe potuto generare.
La regia si è resa subito conto di quel che stava accadendo e degli effetti che il comportamento di Leali avrebbe potuto generare e così ha cambiato subito inquadratura. Un’operazione piuttosto semplice, è bastato infatti concentrarsi su alcuni concorrenti che si trovavano in un’altra stanza. Il web, però, ormai lo sappiamo, in situazioni simili può diventare spietato. Può infatti bastare che un solo utente particolarmente attento si renda conto dell’accaduto per diffonderlo e causare un vero e proprio polverone. Cosa che è puntualmente accaduta.
Il pubblico che segue assiduamente il reality e che commenta quello che si verifica all’interno della “casa” attraverso i social non ha mancato di condannare duramente l’interprete di “Mi manchi” e “Ti lascerò”. In tanti, infatti, hanno subito chiesto la squalifica, provvedimento che di solito viene preso in caso di bestemmie o affermazioni ritenute gravi dalla produzione.
A voler mettere un punto in maniera inequivocabile sulla vicenda è stato anche Aldo Grasso, un vero punto di riferimento in materia di Tv. Il giornalista, infatti, ha invitato a visionare il sito dell’Inps in un articolo presente in una rubrica del Corriere Padiglione Italia. Qui si precisa che la previdenza sociale è nata in Italia nel 1898. Questo è avvenuto grazie alla fondazione della «Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai». Con questi termini si definiscono un’assicurazione volontaria integrata da un contributo di incoraggiamento dello Stato e un contributo libero degli imprenditori. La pensione sociale invece è stata introdotta solo nel 1969.
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