Polemica social decisamente curiosa tra il virologo Roberto Burioni e l’attore comico Massimo Boldi. Colpa di un post pubblicato su Facebook da quest’ultimo, che se la prende con i “potenti padroni del pianeta” che “vogliono terrorizzare il mondo” obbligando il popolo a “tapparsi la bocca con mascherine da Pecos Bill”. Il post in questione è diventato in poche ore virale, generando migliaia di commenti e condivisioni. Tanto da spingere Burioni a intervenire per rispondere a tono al comico 75enne. “Non fa ridere”, commenta lapidario il virologo. “Chi è un personaggio famoso e amato dal pubblico deve pesare con attenzione le parole su argomenti così importanti per la salute di tutti”.
Il post di Facebook di Boldi dal quale è nata la reazione di Burioni
Ma cosa aveva scritto esattamente Massimo Boldi? Di seguito il testo integrale del suo post (pubblicato il 20 agosto) che sembra dare una lettura negazionista all’emergenza Coronavirus. “Stiamo vivendo un mondo che NON va per niente bene. I potenti padroni del pianeta hanno dichiarato guerra a se stessi, non importa cosa è accaduto, non basta, vogliono terrorizzare il mondo ancor di più mari, Monti, regioni, stati. Il popolo ha paura, teme la fine di un mondo a loro perfetto così come l’hanno conosciuto. Non vogliono tapparsi la bocca con mascherine da Pecos Bill. Forse è tempo che ritorni il salvatore dei mondi, si Lui… il supremo, nostro Signore che si manifesti in qualsiasi forma atta a combattere la malasorte è l’indifferenza dei Governi di ogni stato, i padroni del mondo, cacciandoli per sempre dal paradiso terrestre. Lo dico e lo ripeto. Ci vuole pazienza e coraggio ma vinceremo ancora dopo 2000 anni”.
Poco dopo la pubblicazione di questo post era arrivata la critica di Carlo Calenda. Il leader del partito Azione se l’era presa con Boldi e con Flavio Briatore. “Sarei molto felice della chiusura spontanea delle bocche che parlano a vanvera“, ha scritto su Twitter Calenda rispondendo a un altro utente. “Vale per Briatore così come per Boldi. persone note che danno messaggi superficiali durante una pandemia sono pericolose”.