Bocelli e il lockdown: “Mi sono sentito offeso e l’ho violato”

Andrea Bocelli, interviene in Senato al convegno “Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti”, organizzato da Armando Siri e Vittorio Sgarbi ed esprime la propria opinione sul lockdown, rievocando quei mesi imposti per contenere i contagi di Coronavirus: “Mi sono sentito umiliato e offeso per il divieto di uscire da casa. Ammetto che l’ho violato”.

“Ho accettato questo invito ma sono lontano dalla politica”, ha dichiarato Bocelli che aggiunge di avere anche cercato durante il lockdown “di immedesimarmi con chi doveva prendere decisioni difficili. Poi ho cercato di analizzare la realtà e ho visto che le cose non erano così come ci venivano raccontate. I primi confronti li ho avuti in casa esprimendo qualche dubbio ma sono stato fustigato: i primi ad attaccarmi sono stati i miei figli”, ha proseguito, “ma mentre il tempo passava, non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?”. “C’è stato un momento in cui mi sono sentito umiliato e offeso per la privazione della libertà di uscire di casa senza aver commesso un crimine”, ha affermato il tenore. “Devo confessare pubblicamente di aver disobbedito a questo divieto che non mi sembrava giusto e salutare”.

La positività di Andrea Bocelli al Coronavirus durante il lockdown

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Qualche settimana fa era stato lo stesso Andrea Bocelli a raccontare su Facebook di essere stato affetto da Coronavirus: la scoperta il 10 marzo scorso, dopo aver fatto il tampone. Il cantante aveva spiegato di non avere avuto particolari problemi: un po’ di febbriciattola, ma in pratica era stato un asintomatico. Contagiati erano stati anche la moglie e i due figli Matteo e Amos. Il cantante ha poi concluso. “All’inizio del lockdown, avvalendomi della mia immeritata notorietà, ho disturbato tutti: da Renzi a Salvini a Berlusconi, cercando di formare un fronte trasversale di persone di buonsenso per uscire da questa situazione terribile”.

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