Il mondo dello spettacolo piange la scomparsa di Roberto Brunetti, meglio noto come “Er Patata”, che è stato trovato senza vita nella sua casa di Roma, situata nei pressi di Piazza Bologna. A dare l’allarme è stata la compagna, che ha avvertito alcuni amici dopo avere provato a mettersi in contatto con lui senza alcun risultato.
Al momento non sono ancora note le cause della morte. Sulla base dei primi rilievi effettuati, sul corpo non sarebbero stati trovati segni di violenza. L’appartamento sarebbe stato trovato in ordine, elemento che sembra escludere quindi la possibilità che possano essere entrati alcuni malintenzionati.
Il ritrovamento del corpo di Roberto Brunetti è avvenuto nella serata di ieri, intorno alle 22.30. Sul posto sono intervenuti subito i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato più vicino per i rilievi del caso.
In base a quanto trapelato, il cadavere sarebbe stato ritrovato sul letto in posizione supina, coperto da un lenzuolo. Al momento si trova a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che darà disposizione per eseguire l’autopsia. Questa consentirà di ricostruire la dinamica dei fatti e soprattutto le possibili cause del decesso.
L’attore nel corso della sua carriera era stato protagonista di diverse commedie popolari. Basti fare l’esempio di “Fuochi d’artificio“, diretto da Leonardo Pieraccioni e “Paparazzi“. Nel suo curriculum c’è anche un ruolo drammatico in “Romanzo Criminale”.
Tra le sue ex più celebri c’è la collega Monica Scattini, scomparsa sette anni fa. Nel 2009 era invece finito in carcere dopo essere stato trovato in possesso di droga mentre si trovava insieme a un amico.
I suoi problemi con la giustizia avevano influito anche sulla sua carriera artistica. Ormai da tempo i registi non lo cercavano più ed era stato per lui inevitabile cercare di trovare nuovi modi per mantenersi, ma senza grandi risultati.
Era stato lui stesso a parlarne nel gennaio del 2021 a Barbara D’Urso, ospite di “Domenica Live”: “Sono uscito dal carcere. Ora voglio ripartire. Mi hanno trovato con un po’ di erba. Sai quella disperazione che ti porta a fare un po’ di stupidaggini. Ho pagato con due anni di reclusione: 6 mesi a casa, e gli altri alla casa circondariale di Velletri. Nel 2009 sono stato assolto. Nel 2014 ho aperto una pescheria, ma non si lavorava. La crisi, la depressione, mi sono rotto un braccio, la gamba, ho messo la protesi e ho dovuto chiudere l’attività. Prendo il reddito di cittadinanza, ogni tanto lo alzano, altre lo abbassano perché prendo anche soldi dalla SIAE per i diritti di immagine”.
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