Coronavirus, due milioni di italiani hanno scaricato l’app Immuni

L’app Immuni, disponibile ufficialmente dal primo giugno, è stata scaricata da due milioni di italiani. A renderlo noto è il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, che ritiene il software di contact tracing uno strumento molto utile. “Il tracciamento è una componente essenziale per questa fase”, ha sottolineato. Arcuri non sembra preoccupato per la scelta delle Regioni di sviluppare delle app alternative a Immuni. “Quando studiavo mi dicevano che la moneta buona scaccia quella cattiva. Sono sicuro che Immuni sarà più utile per le esigenze”.

Immuni non è compatibile con tutti gli smartphone

Da oggi, lunedì 8 giugno, Immuni diventerà operativa in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. Dopo una settimana di test, dal prossimo 15 giugno il software permetterà di tracciare i contatti in tutte le Regioni della Penisola. Per l’applicazione sviluppata da Bending Spoons, le ultime settimane sono state alquanto turbolente. Poco dopo aver ricevuto il via libera dal Garante della Privacy, Immuni è finita al centro di polemiche relative alla natura sessista delle immagini presenti al suo interno (modificate in tempi brevi dagli sviluppatori). In seguito, è emerso che l’app non è compatibile con tutti gli smartphone. “Stiamo riscontrando problemi di funzionamento su smartphone Huawei e Honor. In alcuni casi non è possibile attivare le notifiche di esposizione. In altri è possibile, ma il servizio smette di funzionare quando l’app viene chiusa. Google sta lavorando per risolvere questi problemi. Nel frattempo, abbiamo disabilitato lo scaricamento di Immuni su smartphone Huawei e Honor”, spiegano gli sviluppatori di Bending Spoons nelle FAQ presenti sul sito ufficiale di Immuni. In generale, è possibile scaricare l’applicazione solo se il proprio smartphone supporta il Bluetooth Low Energy ed è aggiornato ad Android Marshmallow o iOS 13.5.

Le perplessità delle Regioni

Non tutte le Regioni hanno accolto con favore l’arrivo di Immuni. Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno messo in dubbio l’utilità dello strumento, mentre il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha evidenziato la necessità di “formare il personale e costruire la rete intorno all’app”, che da sola “serve a pochissimo”. Molto più positivo il governatore della Marche Luca Ceriscioli, che ha definito Immuni “un’arma in più per fronteggiare il Covid-19 e per contenere il virus”. In Puglia, l’epidemiologo Pierluigi Lopalco invita chiunque abbia a cuore la propria salute a scaricare l’applicazione.

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