In occasione del World Water Day, la giornata mondiale dedicata all’acqua e alla sua importanza per la vita, l’Onu ha lanciato l’allarme nei confronti di un futuro in cui questa preziosa risorsa rischia di diventare sempre più scarsa. Nell’ultimo rapporto dell’organizzazione, infatti, si legge che l’eccessivo sviluppo e il consumo “vampirico” stanno mettendo a dura prova le risorse idriche a disposizione. Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu, ha dichiarato che il mondo sta “ciecamente camminando su una strada pericolosa con l’insostenibile uso di acqua, l’inquinamento e il surriscaldamento climatico che stanno drenando la linfa vitale dell’umanità”.
Dal rapporto, pubblicato nelle ore precedenti alla conferenza sull’acqua svolta presso le Nazioni Unite, emerge che circa due miliardi di persone non hanno l’accesso ad acqua potabile sicura, mentre altre 3,6 miliardi non hanno a disposizione dei servizi sanitari affidabili. “La scarsità di acqua sta diventando endemica”, spiega l’Onu. Il report indica con chiarezza come l’uso di acqua sia aumentato a livello globale di circa l’1% ogni anno negli ultimi 40 anni. Sono previsti dei tassi di crescita simili fino al 2050. Come se non bastasse, il riscaldamento globale acuirà le carenze idriche stagionali sia nelle aree con acqua abbondante sia quelle in difficoltà. Come spiegato alla BBC da Richard Connor, l’autore principale del rapporto, attualmente circa il 10% della popolazione “vive in aree a stress idrico alto o critico”. Ha aggiunto che “nel nostro rapporto affermiamo che fino a 3,5 miliardi di persone vivono in condizioni di stress idrico almeno un mese all’anno”.
Anche Papa Francesco ha parlato della scarsità d’acqua presente in alcune aree della Terra, che rischia di acuirsi con il passare del tempo. “L’acqua non può essere oggetto di sprechi o di abusi o motivo di guerre, ma va preservata a beneficio nostro e delle generazioni future”, ha ammonito il Pontefice al termine dell’udienza generale. “In questi giorni si svolge a New York la seconda conferenza dell’acqua dell’Organizzazione delle nazioni unite: prego per il buon esito dei lavori e auspico che questo importante evento possa accelerare le iniziative in favore di quanti soffrono la scarsità d’acqua, bene primario”.
L’Italia è uno dei Paesi europei in cui si spreca più acqua (si parla di 220 litri giornalieri pro-capite contro i 165 litri della media europea). Un dato parzialmente giustificato dalla scarsa consapevolezza del problema. Come rileva Ipsos, solo il 46% della popolazione afferma di essere a conoscenza di questa situazione nella Penisola. Ma cosa fanno gli italiani per cercare di ridurre gli sprechi d’acqua? Il 68% degli intervistati da Ipsos ha affermato di chiudere i rubinetti quando non deve usarli e una percentuale simile, il 71%, ha dichiarato di utilizzare la lavastoviglie solo quando è a pieno carico. Non manca un 53% che si impegna a fare docce più brevi e un 60% che preferisce la doccia alla vasca. Infine, il 33% degli intervistati ha scelto di non sciacquare più i piatti a mano prima di metterli in lavastoviglie.
Quello che emerge dal rapporto è che nessuno Stato sta cercando davvero di dire addio…
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