La guerra tra Russia e Ucraina non sta generando terrore e soprattutto morte solo per il genere umano. Con il trascorrere delle settimane dall’inizio del conflitto, infatti, sta sempre più emergendo un’altra tragica conseguenza dei bombardamenti in corso in particolare sul Mar Nero. Secondo quanto ha scoperto la scienza, infatti, tra le specie animali che più stanno subendo la follia dell’uomo ci sono i delfini.
Da quando Vladimir Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, infatti, si è registrato un preoccupante aumento dei decessi di delfini che abitano il Mar Nero. L’origine di tutto è proprio la guerra, le cause vere e proprie del fenomeno sono però variegate. Anche se tutte concatenate a seguito del conflitto in corso. Vediamo quindi che cosa sta succedendo.
A scoprire l’allarmante dato è stata la Turkish Marine Research Foundation (Tudav), che ha descritto il fenomeno parlando di “un aumento straordinario” di morti di delfini. Gli sfortunati cetacei hanno pagato a un prezzo salatissimo l’aumento dell’inquinamento acustico nel Mar Nero, provocato da circa 20 navi della marina russa e dalle attività militari che queste ultime hanno in corso contro l’Ucraina. Hanno così deciso di migrare verso sud. E qui hanno incontrato il loro destino.
I delfini si sono infatti spostati dalle acque in prossimità dell’Ucraina verso quelle vicine alle coste bulgare e turche. Qui, però, sono finiti in trappola nelle reti dei pescatori, in un numero definito da ‘The Guardian’ “insolitamente elevato“. La Tudav, fondazione di ricercatori turchi, ha parlato di più di 80 esemplari che hanno così trovato una tragica morte. Circa la metà proprio perché impigliati nelle reti. “Il vero mistero, però, sono le cause di decesso dell’altra metà“, ha denunciato il dottor Bayram Öztürk.
Non bisogna dimenticare che le marine comunemente si affidano al sonar per rilevare i sottomarini nemici da grandi distanze. Proprio l’utilizzo di questi strumenti potrebbe aver provocato gravi problemi ai delfini, poco abituati nelle acque del Mar Nero a questa sovraesposizione a suoni potenzialmente molto nocivi per il loro sistema. E questo potrebbe averli indotti a cercare ambienti più tranquilli rispetto a ciò che l’attuale Ucraina garantisce. “Il trauma acustico è una delle possibilità che mi vengono in mente – ha spiegato Öztürk –. Tuttavia non abbiamo prove su ciò che il sonar a bassa frequenza può causare nel Mar Nero, perché non abbiamo mai visto così tante navi e così tanto rumore per così tanto tempo“.
Il suo collega Pavel Gol’din, zoologo e ricercatore presso l’Accademia nazionale delle scienze ucraina, crede che invece questo fenomeno spieghi solo gli spiaggiamenti. La cattura degli esemplari, invece, sarebbe il frutto del costante rumore subacqueo causato dalle attività militari.
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