Confermata la scoperta del più antico ammasso di galassie finora noto. Conta almeno 7 galassie e si stava assemblando già quando l’universo era giovanissimo, circa 650 milioni di anni dopo il Big Bang. Il primo ad avvistarlo era stato il telescopio spaziale Hubble. Ora la scoperta è stata confermata dai dati raccolti dal telescopio James Webb, di Nasa, Agenzia spaziale europea e Agenzia spaziale canadese.
La scoperta è stata pubblicata sulle pagine della rivista specializzata The Astrophysical Journal Letters ed è frutto di una ricerca internazionale alla quale l’Italia ha partecipato con l’Istituto Nazionale di Astrofisica. Come spiegato dai ricercatori, l’ammasso di galassie è stato visto grazie a una “lente d’ingrandimento” speciale: l’ammasso di galassie Pandora o Abell 2744, distante dalla Terra poco più di 3,5 miliardi di anni luce, che ha permesso di osservare ingranditi, gli oggetti che si trovano dietro di esso, rendendoli così visibili nonostante la distanza. Tramite il telescopio Webb si è così riusciti a identificare l’ammasso più antico finora noto, che è stato indicato con la sigla A2744-z7p9OD. Stando alle rilevazioni, comprende almeno sette galassie ed è attorniato da tante altre galassie.
“Questo è un sito molto speciale e unico in cui le galassie evolvono in maniera accelerata, e Webb ci ha dato la possibilità senza precedenti di misurare le velocità di queste sette galassie e di confermare con sicurezza che sono legate insieme in un protoammasso“, ha riferito il primo autore dello studio, Takahiro Morishita, del California Institute of Technology. “È sorprendente che solo 650 milioni di anni dopo il Big Bang ci fosse già una sovradensità di questo tipo formata, nell’universo“, ha commentato Benedetta Vulcani, dell’Inaf di Padova e coautrice dell’articolo. “Il protoammasso ha un raggio di 195.000 anni luce, che è circa la distanza tra noi e la Grande nube di Magellano“, ha aggiunto.
Secondo i ricercatori una struttura come questa finirà per inglobare migliaia di altre galassie, in una crescita “simile a quella dei corsi d’acqua”. “Come torrenti che nascono da montagne diverse possono poi confluire in fiumi più grandi fino a formare i grandi fiumi, così galassie inizialmente lontane con il passare del tempo si agglomerano in uno stesso spazio“, ha commentato Vulcani. “Anche caratteristiche delle galassie vicine all’antico ammasso sono straordinariamente simili: formano stelle in maniera e quantità molto simili nel corso degli anni e hanno tutte un’evoluzione accelerata rispetto alle altre galassie che vivono la stessa epoca cosmica ma sono isolate. Come se, tornando all’immagine del fiume, le gocce d’acqua che nascono da sorgenti diverse in qualche modo sapessero che prima o poi si incontreranno“, ha concluso la ricercatrice.
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