Una fotografia nitida, seppure solo di prova. Non è infatti ancora uno scatto che costituisca un’osservazione scientifica ufficiale, ma la sua portata per la scienza è di livello assoluto. L’ha diffusa nelle scorse ore la NASA, capace di immortalare una stella distante 1,6 milioni di chilometri dalla Terra.
Si tratta del risultato più rimarchevole raccolto finora dal James Webb Space Telescope, il più potente telescopio spaziale mai realizzato. Progetto che peraltro ha dovuto fare i conti con svariati contrattempi nel corso degli anni. Ma cosa ha effettivamente scoperto e registrato l’avanzatissima strumentazione della NASA? Capiamolo meglio.
Il James Webb Space Telescope (JWST) è costituito di 18 specchi esagonali. Ognuno di essi, per poter fotografare al meglio corpi celesti lontanissimi dalla Terra, necessita di essere tarato. E proprio questa operazione ha richiesto mesi di lavoro, dato che il telescopio è in orbita dal giorno di Natale 2021. Dopo, peraltro, decenni di ritardi e massicci superamenti dei costi. Ma la NASA ha completato tali operazioni lo scorso 11 marzo.
Ciò che ne consegue è la fotografia di HD 84406, una stella cento volte più debole di quanto l’occhio umano possa vedere, a 2.000 anni luce di distanza dal nostro Pianeta. Ricordiamo che un solo anno luce equivale a 9,7 trilioni di chilometri. E anche che un trilione corrisponde a un miliardo di miliardi. Oltretutto la NASA, che ha scattato la fotografia con il solo scopo di finire la taratura dello strumento, ha parlato di un risultato “di gran lunga superiore alle aspettative“.
Il risultato è non solo l’immagine nitida della stella, ma anche quella delle migliaia di antiche galassie che la bombardano. Un risultato incredibile, che potenzialmente potrebbe permettere di osservare l‘aspetto dell’Universo nelle prime fasi della sua esistenza. Tanto che gli scienziati della NASA non hanno esitato a definirsi “in preda alle vertigini” quando hanno ottenuto le immagini di prova.
Ora però per la NASA arriva la fase decisiva. L’allineamento del portentoso James Webb Space Telescope è ultimato, e ora andrà settato sui campi visivi degli altri strumenti scientifici. Questa ultima operazione, della durata prevista di sei settimane, porterà a compiere osservazioni addirittura a 13,6 miliardi di anni luce di distanza. Questo significa che entro l’estate potremmo avere un quadro mai così chiaro non solo dello spazio, ma addirittura delle origini stesse del nostro Universo.
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