SCIENZE

Marte: nuove ipotesi sull’origine del suo caratteristico colore rosso

Nuove ricerche sulla ferridrite suggeriscono che il caratteristico colore rosso di Marte sia legato alla presenza di ossidi di ferro e acqua

Marte, il pianeta rosso, continua a stupire scienziati e appassionati di astronomia con il suo aspetto distintivo e le sue caratteristiche geologiche misteriose. Recenti studi condotti da un team di astronomi della Brown University, nell’ambito del progetto Trace Gas Orbiter (TGO) dell’European Space Agency (ESA), hanno sollevato nuove ipotesi sull’origine del suo caratteristico colore rosso. Queste ricerche attribuiscono il colore non solo agli ossidi di ferro, come si pensava in passato, ma anche alla presenza di ferridrite, una combinazione di ossidi di ferro e acqua. Questa scoperta, pubblicata su Nature Communications, potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della storia geologica e climatica di Marte.

La tradizionale spiegazione del colore rosso di Marte

Tradizionalmente, il colore rossastro di Marte era spiegato con la formazione di ossidi di ferro arrugginiti. Si credeva che il ferro contenuto nelle rocce marziane avesse reagito con l’acqua e l’ossigeno nell’atmosfera, dando origine a una patina di ruggine. Questa patina si sarebbe poi scomposta e dispersa nel corso di miliardi di anni grazie all’azione dei venti. Tuttavia, la ricerca condotta negli ultimi decenni ha rivelato una maggiore complessità nella composizione chimica della polvere marziana, portando a interrogativi sul significato di questa ruggine nello studio delle condizioni ambientali del pianeta.

Marte: nuove ipotesi sull’origine del suo caratteristico colore rosso – Foto Pixabay | Marte

 

L’analisi della variabilità degli ossidi di ferro su Marte ha rivelato che la chimica della “ruggine” marziana è un indicativo cruciale delle condizioni ambientali in epoche passate. Inoltre, potrebbe fornire indizi sul perché Marte non sia mai riuscito a svilupparsi come un pianeta abitabile. I risultati delle indagini precedenti, che si basavano principalmente su dati satellitari, avevano concluso che la polvere marziana fosse composta principalmente da ematite, un minerale che si forma in ambienti asciutti. Tuttavia, la nuova teoria proposta dai ricercatori suggerisce che la ferridrite si formi in condizioni di presenza di acqua, il che implica che Marte abbia avuto un periodo di umidità molto più esteso di quanto si pensasse in precedenza.

L’autore principale dello studio, Adomas Valantinas, ha sottolineato che la ferridrite, mescolata con il basalto, si adatta meglio alle osservazioni condotte dalle sonde spaziali. Questo suggerisce che il processo di “arrugginimento” del pianeta sia avvenuto molto prima di quanto ipotizzato. La creazione di una replica della polvere marziana in laboratorio ha confermato l’idea che la ferridrite potesse essere presente. I ricercatori hanno utilizzato una macchina macinatrice avanzata per produrre granelli di polvere con dimensioni equivalenti a 1/100 di un capello umano.

Le analisi condotte hanno rivelato che la ferridrite corrispondeva perfettamente ai minerali rilevati sul pianeta. Inoltre, ulteriori analisi condotte da membri del progetto Mars Express dell’ESA hanno dimostrato che anche le regioni più polverose di Marte contengono minerali ricchi di acqua. Grazie alla capacità dell’orbita del TGO di osservare la stessa area del pianeta in diverse condizioni di illuminazione, i ricercatori sono stati in grado di definire con precisione le dimensioni e la composizione delle particelle di polvere.

Le evidenze riguardanti la ferridrite sono state ulteriormente corroborate dai dati raccolti dal Mars Reconnaissance Orbiter della NASA e dalle misurazioni effettuate dai rover Curiosity, Pathfinder e Opportunity. Questi risultati non solo arricchiscono la nostra conoscenza del pianeta rosso, ma offrono anche spunti preziosi per future missioni di esplorazione e per la ricerca di tracce di vita passata su Marte.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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