Un terremoto di magnitudo 7.0 ha fatto tremare la terra in Messico nella notte tra martedì e mercoledì. Diversi video che testimoniano la potenza della scosse circolano ormai da ore sui social network. Ma a catturare l’attenzione globale, non solo soltanto gli edifici traballanti e le persone riversate sulle strade, quanto un fenomeno alquanto inusuale. Parallelamente alle scosse, il cielo sopra Città del Messico è attraversato da improvvisi bagliori, di diverse forme e colori. Si tratta probabilmente di un fenomeno raro, noto come “luci telluriche“, che si verifica in occasione di eventi sismici di notevole intensità.
Ma di cosa si tratta esattamente? In apparenza simili alle aurore boreali, le luci telluriche sono un fenomeno ottico dell’atmosfera, caratterizzato da una luminosità che appare in cielo, in vicinanza di un evento sismico o di un’eruzione vulcanica. Di notte, sono naturalmente più visibili, proprio com’è accaduto in Messico. Per molto tempo sono state considerate alla stregua di una leggenda, fino a quando i sismologi le hanno fotografate in Giappone a Nagano, durante lo sciame sismico di Mitsushiro, avvenuto negli anni Sessanta.
Le luci telluriche possono essere avvistate sia prima sia dopo un evento sismico. Le luci telluriche sono state osservate nel 1976 in Cina a Tianshui a circa 400 km a nord-nord-est dall’epicentro terremoto del Sichuan del 2008. Poi nel 2007 durante il terremoto del Perù e in quello del Cile del 2010. Il fenomeno è stato documentato anche in Italia durante il terremoto dell’Aquila del 2009, con fenomeni luminosi iniziati nove mesi prima della scossa principale.
Gli studiosi hanno avanzato negli anni diverse teorie per spiegare questo fenomeno particolare. Stando alle ipotesi più recenti, le luci telluriche sarebbero dovute alla ionizzazione dell’ossigeno presente in alcuni tipi di rocce. La ionizzazione sarebbe dunque provocata dalla rottura di legami perossidici, a sua volta prodotta dalle elevate tensioni che si manifestano prima e durante un terremoto. A questo punto, gli ioni risalirebbero lungo le fessure della roccia fino raggiungere l’atmosfera. Qui ionizzerebbero alcuni strati d’aria, dando vita a un plasma in grado di emettere luce.
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