G20 e Cop26, oggi scatta l’ora X per il clima

La data del 31 ottobre 2021 verrà in un certo senso ricordata come l’ora X per la difficile sfida sul clima. Mentre a Roma i leader del G20 trovano un accordo sul riscaldamento globale, a Glasgow prende infatti il via la Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2021.

Il monito di Mattarella ai leader del G20

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Già sabato sera il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, durante la cena al Quirinale con i leader del G20 aveva affrontato il tema, rivolgendo ai capi di Stato e di governo mondiali un monito per la tutela delle prossime generazioni.

“Non possiamo evadere la nostra responsabilità di fornire risposte – ha detto –. Lo dobbiamo alle aspirazioni a un mondo più giusto e migliore che vengono anzitutto dai nostri stessi concittadini. Lo dobbiamo ancor più alle nuove generazioni, alle quali va assicurato un futuro.

“Non dobbiamo consegnare a chi verrà dopo di noi un pianeta solcato da conflitti, le cui risorse siano state dilapidate; il cui ecosistema sia stato compromesso per l’egoismo di chi è stato incapace di coniugare la legittima aspirazione alla crescita economica e sociale con l’esigenza di tutelare ciò che non ci appartiene, ha concluso il Capo dello Stato.

L’accordo sul riscaldamento globale

Nel frattempo, la trattativa al summit si è protratta per tutta la notte. Fino a questa mattina, quando fonti diplomatiche citate dalle agenzie di stampa hanno annunciato un accordo sul tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale.

La dichiarazione finale del G20 fa riferimento alla scadenza di “metà del secolo” per il raggiungimento delle emissioni zero, fanno sapere fonti dell’Eliseo. Le quali sottolineano che si è tenuto conto delle “diversità” nelle posizioni di alcuni Paesi, come India, Cina e Indonesia. Le stesse fonti concludono infine dicendo che ci sono “buone speranze” di arrivare a un “testo conforme alle nostre ambizioni”.

Draghi: “Bisogna agire rapidamente”

Sul tema si è espresso anche il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi. Domenica mattina, a margine del panel ‘Ruolo del settore privato nella lotta ai cambiamenti climatici’ che ha inaugurato la seconda giornata di lavori al G20, il premier ha dichiarato che bisogna agire “rapidamente per evitare conseguenze disastrose sul clima.

“O agiamo ora e affrontiamo i costi della transizione e riusciamo a renderla più sostenibile o rinviamo e rischiamo di pagare un prezzo più alto dopo e il fallimento”, ha aggiunto Draghi parlando davanti alla platea di ospiti del meeting. Fra questi, anche il principe Carlo d’Inghilterra.

Crisi climatica, dal G20 alla Cop26

Nel frattempo, come anticipato, a Glasgow, in Scozia, ha preso il via la Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021. Per l’appuntamento sono attesi nel Regno Unito oltre 190 leader mondiali, che per i prossimi 12 giorni saranno impegnati in complesse trattative insieme a decine di migliaia di negoziatori, fra cui rappresentati di governo, imprese e cittadini.

Il vertice si è aperto con le parole di Papa Francesco, che in un testo inedito pubblicato dal Corriere della Sera esorta a “seguire la strada” dei più piccoli nell’affrontare la sfida climatica. “Il recente passato – spiega il pontefice – ci ha mostrato che sono soprattutto i nostri bambini ad aver capito la portata e l’enormità delle sfide che la società ha di fronte, specialmente la crisi climatica”. Fra i presenti a Glasgow c’è anche la giovane attivista Greta Thunberg, nonostante il mancato invito.

Cop26, la dura sfida del Regno Unito

Il Regno Unito ha preparato la Cop26 programmando una serie di colloqui con ciascun Paese che vi prenderà parte. Il fine è raggiungere un accordo su come affrontare i cambiamenti climatici. La sfida, evidenziano però gli esperti, si preannuncia ardua. Quello scozzese, infatti, non sarà un qualsiasi vertice internazionale, ma un summit di carattere straordinario e urgente.

L’obiettivo, sulla scia dell’accordo del G20, è limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi. Il premier britannico, Boris Johnson, chiederà “azioni ambiziose sul clima”, ma i retroscena lo dipingono come molto ansioso per l’esito dell’appuntamento. Ad alcuni studiosi invitati a Downing Street avrebbe infatti confidato che sarà un vertice “difficile, molto difficile” e che è “molto preoccupato perché potrebbe essere un fallimento.

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