Per Jeff Bezos la nuova corsa allo spazio è cominciata. Prima il volo in orbita con suo fratello, adesso il progetto ambizioso di inaugurare una stazione privata turistica nello spazio. Si chiamerà “Orbital Reef“, sarà realizzata dalle maggiori società spaziali al mondo e inaugurata forse tra il 2025 e il 2030. Al fianco della società del fondatore di Amazon Blue Origin, vi sarà anche Sierra Space, una sussidiaria dell’appaltatore aerospaziale Sierra Nevada Corporation. Il team comprenderà anche Boeing, Redwire Space e Genesis Engineering.
Ma come sarà la futuristica stazione spaziale ideata da Jeff Bezos? Abitabile per un massimo di dieci persone, il fondatore di Amazon la immagina come un parco commerciale a uso misto nello spazio, nonché una metà esotica per turisti spaziali. Progettata per avere quasi lo stesso volume della Stazione Spaziale Internazionale, “Orbital Reef” potrebbe rappresentare un punto di partenza per esplorare l’universo, nonché per migliorare la vita sulla Terra. O, almeno, di questo sono convinti Bezos e le società partner. “Stiamo appena iniziando a capire le enormi implicazioni che la ricerca, lo sviluppo e la produzione in microgravità possono significare, non solo per esplorare l’universo e fare scoperte, ma anche per migliorare la vita sulla Terra“, ha detto alla CNBC il vicepresidente esecutivo di Redwire Space Mike Gold.
La partecipazione di Blue Origin prevede la fornitura dei moduli principali della stazione spaziale, oltre a mettere a disposizione il suo razzo New Glenn per lanciare Orbital Reef. Sierra Space sta contribuendo con il suo habitat LIFE, ovvero un modulo di stazione spaziale gonfiabile, e prevede di utilizzare la sua navicella spaziale Dream Chaser per trasportare merci ed equipaggio da e verso la stazione. Redwire prevede di utilizzare Orbital Reef per la ricerca, lo sviluppo e la produzione in microgravità. Mentre Boeing gestirà le operazioni della stazione, oltre a condurre l’ingegneria di manutenzione. Il gigante aerospaziale prevede inoltre di utilizzare la sua capsula Starliner per trasportare l’equipaggio e il carico alla stazione. Infine, Genesis Engineering contribuirà con il suo sistema “Single Person Spacecraft”, che l’azienda descrive come un’alternativa a una tuta spaziale.
In conferenza con i giornalisti, i dirigenti che rappresentano le società del team hanno rifiutato di specificare quanto investiranno in Orbital Reef. Il vicepresidente di Blue Origin, Brent Sherwood, ha affermato che il team non fornirà “un numero specifico” su quanto costerà la stazione spaziale Orbital Reef, aggiungendo che i numeri finanziari sono commercialmente sensibili. La società di Bezos sta cercando di costruire una stazione spaziale da più di un anno, come riportato in precedenza dalla CNBC. Soltanto all’inizio di questo mese ha aggiunto una serie di offerte di lavoro per il suo team “Destinazioni orbitali”. Orbital Reef si inserisce esattamente al centro della visione di Bezos per Blue Origin, che è quella di arrivare dove “milioni di persone vivono e lavorano nello spazio a beneficio della Terra“, specialmente spostando “i settori che stressano la Terra nello spazio“.
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