Il cambiamento climatico minaccia la sopravvivenza delle balene franche del Nord Atlantico. Lo afferma uno studio pubblicato questa settimana sulla rivista scientifica Oceanography. I ricercatori hanno infatti constatato una drastica riduzione della popolazione di balene nel Golfo del Maine. La ragione è da individuarsi nel riscaldamento delle acque provocato dal cambiamento climatico in corso. Secondo gli esperti, la specie rischia l’estinzione entro la fine del secolo, mentre gli ambientalisti tentano di portare il caso sotto i riflettori mondiali.
Ogni inverno le balene franche si dirigono verso il Golfo del Maine per la famosa caccia ai crostacei. Ma negli ultimi anni le acque del golfo hanno subito un innalzamento della temperatura più veloce del 99% rispetto agli oceani globali. Di conseguenza, anche la principale fonte di nutrimento delle balene è andata scomparendo. Dopo innumerevoli avvistamenti, sembra che la specie stia viaggiando a nord-est, verso il Golfo di San Lorenzo, in Canada, alla ricerca di cibo. Intanto, il numero di balene che si riproducono continua a calare drasticamente, facendo temere per la sopravvivenza della specie.
Lo strato di grasso è infatti fondamentale perché la balena riesca a rimanere incinta, portare avanti al gravidanza e allattare il cucciolo. Lo spiega Erin Meyer-Gutbrod, autrice dello studio, nonché ecologa marino presso l’Università della Carolina del Sud. Dal 2009 a oggi, il tasso di natalità è diminuito in modo significativo: passando dal record del 2009, quando nacquero 39 cuccioli in un anno, al 2018, quando non ci sono state nascite.
Nel 2015 gli studiosi hanno osservato per la prima volta un aumento significativo delle balene franche nel Golfo di San Lorenzo probabilmente in cerca di cibo. Ma l’esito della caccia fu fatale per molte di loro. Infatti, le politiche in vigore nel Golfo del Maine per proteggere le balene, compresi i limiti di velocità delle navi, non erano ancora in vigore a San Lorenzo. Di conseguenze, le creature furono colpite dalle navi o rimasero impigliate nelle attrezzattura da pesca,.
Nell’ultimo decennio, la popolazione di balene franche è diminuita di circa il 26%, lasciando soltanto 356 esemplari nel Nord Atlantico. Alla luce dei numeri, l’Unione internazionale per la conservazione della natura ha classificato la specie come in pericolo di estinzione. Un altro episodio preoccupante risale al 2017, quando una moria di 17 balene si consumò sempre nel Golfo di San Lorenzo. “Normalmente vediamo tre o quattro carcasse di balene in un anno“, ha spiegato la ricercatrice Meyer-Gutbrod. E ancora: “Quindi da tre a diciassette è un salto enorme“.
Meyer-Gutbrod ha raccomandato l’utilizzo di attrezzatura da pesca senza corda come un buon modo per affrontare la situazione. Ma su una scala più ampia, ha detto che è importante ricordare che non sappiamo esattamente come le specie risponderanno al cambiamento climatico. Di conseguenza, i funzionari devono aumentare gli sforzi di monitoraggio e lavorare per prevedere i movimenti quando le condizioni cambiano. “Quello che non vogliamo che accada è che la balena destra si sposti in un nuovo habitat per il foraggiamento e ci troviamo di nuovo impreparati a proteggerli in questo nuovo ambiente“, ha detto la ricercatrice.
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