C’è un legame tra le turbolenze e il cambiamento climatico? Andiamo con ordine. Ieri, mercoledì 30 agosto, un volo della Delta Airlines decollato da Milano Malpensa e diretto ad Atlanta ha dovuto fare i conti con una fortissima turbolenza. Il fenomeno ha causato undici feriti e gettato nel panico l’intera cabina. Gli assistenti di volo sono stati sbalzati verso il soffitto e il velivolo ha perso notevolmente quota. È comunque atterrato ad Atlanta, dove i feriti sono stati soccorsi.
Secondo la Federal Aviation Administration (Faa), l’autorità responsabile della supervisione dell’aviazione civile Usa, quanto accaduto non sarebbe collegato a perturbazioni cicloniche, ma a uno specifico tipo di turbolenza molto difficile da prevedere e che può sopraggiungere anche in assenza di tempeste, uragani o altre condizioni meteo avverse. Una situazione in costante crescita.
A confermalo è stata anche la Cbs, citata da Agi, secondo cui quello di Atlanta “è l’ultimo di una serie di incidenti avvenuti quest’anno e provocati da forti turbolenze in cui dei passeggeri sono stati feriti“.
“Nonostante la presenza dell’uragano Idalia, atteso oggi in Florida, che genera forti venti lungo la costa statunitense del Golfo e l’arrivo di un’altra tempesta, l’uragano Franklin, che vortica nell’Atlantico, né Delta né l’ente regolatore dell’aviazione statunitense hanno attribuito le turbolenze di martedì a questi uragani“. Così i media statunitensi, che hanno citato, appunto, fonti della Faa.
L’episodio di Atlanta sembra, quindi, confermare quanto sottolineato dagli scienziati della Geophysical Research Letters in un loro studio. Dai dati emerge come questo tipo di turbolenze non causate da condizioni meteo avverse siano più che raddoppiate dal 1979 ad oggi. “Sul solo Atlantico del Nord, una delle rotte aeree più trafficate su scala globale, si è assistito a un rialzo del 55% delle ore di turbolenza forti nell’arco di poco più di 40 anni. Quelle moderate sono cresciute del 37% e quelle modeste del 17%“, si legge nel documento.
Di chi è la colpa? Sembrerebbe essere del cambiamento climatico.
Per gli scienziati il cambiamento climatico è responsabile di questi nuovi fenomeni e, tra le altre cose, dell’aumento delle turbolenze in aria libera, quelle che hanno colpito il volo della Delta. In più, l’aumento della temperatura dell’aria, dovuta alle maggiori emissioni di anidride carbonica, “sta aumentando il windshear nelle correnti a getto, rafforzando la turbolenza dell’aria chiara nell’Atlantico settentrionale e a livello globale“.
Tutto questo è pericoloso? Di certo è da tenere d’occhio. E c’è chi si è già mosso per fare fronte ai cambiamenti. Come riferisce Open, la società privata svizzera di tecnologia meteorologica Meteomatics starebbe sviluppando un nuovo sistema che dovrebbe essere in grado di utilizzare droni che volano fino a 6 km al fine di raccogliere dati dell’atmosfera e rendere le turbolenze più prevedibili. Il team al lavoro su questo progetto ha spiegato che “il fenomeno delle turbolenze ‘anomale’ aumenterà i disagi per i passeggeri ma anche i danni subiti dai velivoli“, causando in questo modo un aumento dei costi a carico delle compagnie che potrebbe arrivare fino a mezzo milione di dollari.
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