Ecco la classifica basata sulle performance ambientali delle città. “Nelle top ten dominano le città del Nord Italia, l’Emilia Romagna regione con più capoluoghi green“, si legge nel sito di Legambiente
È stato pubblicato il rapporto annuale di Legambiente “Ecosistema Urbano 2024“, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che stila la classifica delle città con la miglior vivibilità ambientale urbana. La ricerca analizza le performance ambientali di 106 capoluoghi di provincia su 6 aree: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. “In Italia le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro della Penisola faticano a tenere il passo”, si legge nel sito di Legambiente.
Quest’anno per l’analisi dei 106 capoluoghi è stato rivisto e aggiornato il “peso” di alcuni indicatori e ne è stato aggiunto anche uno nuovo: “variazione nell’uso efficiente del suolo“. Per i prossimi anni si sta pensando anche di considerare l’impatto degli eventi climatici estremi. Gli indicatori sono distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Mirko Laurenti, dell’ufficio scientifico di Legambiente e curatore del report Ecosistema Urbano, ha spiegato: “Quest’anno sono stati introdotti alcuni cambiamenti ormai necessari per mantenere sempre aggiornato il nostro studio che è in continua evoluzione con l’obbiettivo di far sì che la classifica rispecchi sempre più la realtà urbana. Dai dati di questa edizione 2024 emerge, con ancora più evidenza, come l’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, sia ripensare le realtà urbane del futuro con meno auto e più mezzi meno inquinanti, su ferro ed elettrici, più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti”. Ecco la classifica basata sulle performance ambientali delle città. “Nelle top ten dominano le città del Nord Italia, l’Emilia Romagna regione con più capoluoghi green“, si legge nel sito.
Tra le città più grandi Milano si piazza al 56esimo posto in classifica, ma eccelle nel trasporto pubblico. Napoli è 103 esima, Roma sale al 65esimo posto. È messo piuttosto male il Meridione: Caserta (98esima), Catanzaro (99), Vibo Valentia (101), Palermo (102), Napoli (103), Crotone (104), Reggio Calabria (105), Catania (106). Tuttavia Cosenza è 13esima (unica città del Sud nelle prime 15 posizioni) Cagliari (24).
Legambiente fa sapere: “Nelle città è in atto una rivoluzione ecologica ma è troppa lenta. Serve un green deal made in Italy che abbia al centro una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i temi legati a sicurezza e vivibilità, a partire da quelli ambientali come crisi climatica, inquinamento, mobilità, ma anche rigenerazione urbana e overtourism”.
Legambiente pensa a un green deal per città più vivibili e sostenibili, con una strategia nazionale urbana che “non lasci soli i comuni nell’affrontare i problemi cronici ambientali, la crisi climatica, ma anche Il fenomeno dell’overtourism“.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, dice: “Per città più sostenibili, resilienti e sicure serve un’azione congiunta a livello nazionale e territoriale da parte del Governo, delle Regioni e dei capoluoghi di provincia. Oggi, purtroppo, i temi ambientali sono i grandi dimenticati dall’agenda politica, che affronta i temi legati alla sicurezza dei cittadini, solo in riferimento ai fenomeni migratori, ma serve affrontare questo problema sotto tutti i punti di vista, senza lasciare da soli gli amministratori locali nella sua risoluzione. Da parte del governo nazionale servono politiche coraggiose, a 360 gradi, e risorse economiche all’altezza della sfida per rendere davvero sicuro il nostro Paese. Si pensi ad esempio all’adattamento alla crisi climatica, che causa sempre più danni e perdite di vite umane; alla rigenerazione urbana e alla messa in sicurezza degli edifici, dalla presenza di amianto e dal rischio terremoti; alla lotta allo smog, che causa quasi 50mila morti premature solo per il PM2,5, o al processo di miglioramento del livello qualitativo dei controlli ambientali in capo alle Agenzie regionali protezione ambientale, oggi disomogenei sul territorio nazionale”.
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