Volete scoprire quali sono le città più “naturali” del nostro Paese? L’azienda 3Bee ha svelato la classifica. Ecco i risultati
La biodiversità racchiude l’insieme di miliardi di forme di vita uniche che popolano il nostro pianeta e le loro interazioni reciproche. Questi organismi costituiscono un pilastro indispensabile per la nostra esistenza, ma sono costantemente esposti a minacce. I principali fattori di pressione sulla biodiversità includono la modifica dell’uso del territorio (come la deforestazione, l’agricoltura intensiva a monocoltura e l’espansione urbana), lo sfruttamento diretto tramite caccia e pesca eccessiva, i cambiamenti climatici, l’inquinamento e l’introduzione di specie invasive. Preservare la biodiversità è cruciale non solo per il suo valore intrinseco, ma anche perché garantisce risorse essenziali come aria pulita, acqua potabile, suolo fertile e l’impollinazione delle piante coltivate. Contribuisce inoltre a mitigare i cambiamenti climatici e ad adattarci ad essi, riducendo al contempo l’impatto di eventi naturali avversi. La perdita di biodiversità ha dunque ripercussioni significative su società, economia e salute umana. Ed è proprio per questi motivi che diverse città italiane cercando di essere il più “naturali” possibile, ma quali sono le migliori da questo punto di vista? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
“La biodiversità rappresenta il cuore vitale di un territorio: quando è in buone condizioni, l’intero ecosistema prospera e si rigenera spontaneamente”, afferma Niccolò Calandri, fondatore di 3Bee, durante la presentazione della nuova classifica delle città più “verdi” d’Italia. Isernia si posiziona al primo posto, Vercelli all’ultimo, con i capoluoghi di provincia nel mezzo, che riflettono i progressi fatti e le sfide ancora da affrontare per proteggere la biodiversità.
La classifica è stata sviluppata da 3Bee, una “naturetech” company, utilizzando un’analisi scientifica per monitorare la biodiversità urbana. Per la sua creazione, sono state esaminate le mappe satellitari fornite dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), poi elaborate attraverso un sistema di machine learning messo a punto da 3Bee.
La biodiversità urbana è essenziale per garantire sia il benessere ambientale che sociale nelle città. Non riguarda solo la tutela delle specie animali e vegetali, ma anche il mantenimento di ecosistemi resilienti, in grado di migliorare la qualità dell’aria, regolare il microclima urbano e offrire spazi verdi che rendono la vita dei cittadini più piacevole. Le città che promuovono la biodiversità diventano anche più resistenti agli effetti del cambiamento climatico.
Come afferma Niccolò Calandri, fondatore di 3Bee, “un territorio o una città ricca di biodiversità è meglio preparata ad affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico, come alluvioni, l’invasione di nuove specie e tempeste. La biodiversità crea una barriera naturale che contribuisce a mitigare l’impatto di questi eventi”. Funziona come una sorta di “spugna”, più capace di assorbire gli eventi meteorologici estremi che il cambiamento climatico rende più frequenti e intensi.
La classifica delle città capoluogo di provincia più “naturali” d’Italia vede ai primi posti Isernia, Belluno e Savona, tutte con un alto indice di biodiversità. Queste città godono di ampie aree verdi, un basso tasso di urbanizzazione e una vasta copertura vegetale. A seguire, al quarto e quinto posto, troviamo L’Aquila e Ascoli Piceno, favorite dalla vicinanza a grandi aree protette come il Parco Nazionale del Gran Sasso e quello dei Monti Sibillini, che ospitano numerose specie animali e vegetali. Nelle ultime posizioni si collocano Alessandria, Rovigo, Foggia, Novara e, all’ultimo posto, Vercelli. Queste città, soprattutto quelle piemontesi, risentono dell’impatto dell’agricoltura intensiva, spesso dominata dalla monocoltura.
La classifica si fonda sull’Abbondanza Media di Specie in relazione all’uso del suolo (MSA_LU), un indicatore che valuta l’integrità della biodiversità a livello locale. Questo parametro mette a confronto la distribuzione delle specie in un’area specifica con quella di un ambiente completamente naturale, non influenzato dall’attività umana. Un valore di 1 rappresenta un ecosistema intatto, mentre 0 indica un’area completamente antropizzata. “Abbiamo adottato un indicatore, l’MSA, che si basa su dati satellitari e sull’uso del suolo”, afferma Calandri. “L’MSA consente di valutare la varietà di specie presenti in un’area, comprese piante, animali e microbi, fornendo così un quadro dettagliato della biodiversità urbana“. La selezione degli indicatori è conforme agli standard e ai parametri internazionali. La classifica è stata realizzata da 3Bee attraverso l’applicazione parziale della nuova piattaforma di monitoraggio della biodiversità, interamente sviluppata dal team in risposta alle crescenti esigenze di regolamentazione da parte delle aziende, seguendo la direttiva Csrd dell’Unione Europea. Inoltre, la piattaforma sarà presentata alla COP 16 sulla biodiversità che si terrà a Cali, dal 21 ottobre al primo novembre 2024.
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