C’è grande aspettativa per la Cop15, la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla biodiversità. La prima sessione è in programma a Kunming (Cina) dall’11 al 15 ottobre (online) e la seconda dal 25 aprile all’8 maggio 2022 (in presenza). Incentrata sulla biodiversità, la Cop15 è meno conosciuta del vertice gemello sul clima. Ciononostante affronta questioni non meno vitali per la salute del pianeta, come combattere l’inquinamento, proteggere gli ecosistemi e prevenire l’estinzione di massa.
Il tempo stringe per la fauna selvatica mondiale, eppure il più grande vertice sulla biodiversità, Cop15, è stato rimandato a lungo. Originariamente prevista per settembre 2020, la conferenza è stata rinviata a causa del Covid-19 a maggio 2021 e poi di nuovo a ottobre.
I governi di 196 Paesi del mondo sono stati ora convocati per prendere parte al più grande vertice sul tema degli ultimi dieci anni. Piante e animali stanno scomparendo a un ritmo accelerato a causa delle attività umane. Invasione dell’habitat, sfruttamento eccessivo, inquinamento, diffusione di specie invasive e, più recentemente, cambiamenti climatici. Da quando l’uomo è comparso sul pianeta circa il 50% delle specie viventi sono sparite. Ad oggi, il 25% di tutte le specie animali e vegetali sono a rischio estinzione, con l’80% che vive nelle foreste.
Il WWF è stato tra i primi a sottolineare l’importanza cruciale di questo incontro. L’organizzazione si aspetta infatti che “i governi del mondo investano in natura per invertire la curva della perdita di biodiversità, che può difenderci dalle pandemie e dal cambiamento climatico“. L’ong preme inoltre affinché la spesa per gli investimenti venga aumentata da 100 a 700 miliardi di dollari. Necessari per evitare l’estinzione di un milione di specie ad oggi a rischio.
Al vertice sulla biodiversità del 2010 ad Aichi, in Giappone, gli Stati membri avevano stabilito 20 obiettivi per preservare la diversità biologica e ridurre le pressioni umane sull’ambiente, fissando una scadenza per il 2020 per raggiungerli. Nessuno degli obiettivi è stato raggiunto entro tale termine. Al contrario, le condizioni sono generalmente peggiori oggi rispetto a quando gli obiettivi sono stati fissati per la prima volta.
Con il tema “Civiltà ecologica: costruire un futuro condiviso per tutta la vita sulla Terra“, l’incontro di quest’anno rappresenta una pietra miliare in quanto dovrebbe elaborare un progetto al fine di proteggere la biodiversità globale. L’obiettivo dichiarato è quello di indicare gli obiettivi per il prossimo decennio con un piano per trasformare il rapporto della società con la biodiversità. Altrettanto importante è garantire che, entro il 2050, si realizzi la visione condivisa di vivere in armonia con la natura.
Quest’anno la Cop15 ha fissato 21 obiettivi da raggiungere entro il 2030.
Fra questi, il taglio di due terzi dei pesticidi, l’eliminazione dell’inquinamento da plastica e la protezione del 30% della terra e dei mari del Pianeta. Un’altra misura vedrebbe i sussidi per le industrie dannose per l’ambiente ridotti di “almeno 500 miliardi di dollari all’anno”. Obiettivi che devono essere raggiunti a tutti costi, se vogliamo avere una speranza di salvare l’ambiente.
A 65 milioni di anni dalla scomparsa dei dinosauri, la Terra sta infatti andando incontro a una nuova estinzione di massa. La sesta della sua storia ma la prima per mano dell’uomo.
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