Il pianeta si sta riscaldando rapidamente, causando siccità storiche, inondazioni mortali e insoliti eventi di scioglimento nell’Artico. Sta anche causando un costante aumento del livello del mare, che secondo gli scienziati continuerà per decenni. Un nuovo studio di Climate Central, mostra che circa 50 grandi città costiere dovranno implementare misure di adattamento “senza precedenti” per evitare che l’innalzamento dei mari inglobi le loro aree più popolate. L’analisi, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Princeton e del Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania, ha portato a sorprendenti contrasti visivi tra il mondo come lo conosciamo oggi e il nostro futuro sottomarino. Un futuro che appare sempre meno remoto.
L’allarme degli scenziati per limitare l’aumento di temperatura
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— Climate Central (@ClimateCentral) October 12, 2021
É sufficiente infatti che il pianeta raggiunga l’aumento dei 3 gradi di temperatura rispetto ai livelli preindustriali. Al momento, il mondo è già di circa 1,2 gradi più caldo. Le temperature dovrebbero rimanere necessariamente al di sotto di 1,5 gradi: una soglia critica per evitare gli impatti più gravi della crisi climatica.
Ma anche nello scenario più ottimistico, in cui le emissioni globali di gas serra inizino oggi a diminuire per arrivare allo zero entro il 2050, la temperatura globale raggiungerà ancora il picco al di sopra della soglia di 1,5 gradi prima di scendere.
In scenari meno ottimistici, in cui le emissioni continueranno a salire oltre il 2050, il pianeta potrebbe raggiungere i 3 gradi già negli anni 2060 o 2070, e gli oceani continueranno a salire per decenni prima di raggiungere i livelli massimi.
“Le scelte di oggi stabiliranno il nostro percorso“, ha affermato Benjamin Strauss, capo scienziato del Climate Central e autore principale del rapporto.
Gli effetti dell’innalzamento dei mari sulle città nel mondo
I ricercatori di Climate Central hanno utilizzato dati sull’aumento della popolazione per analizzare le parti del mondo che saranno più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare. Queste in particolare si concentrano nella regione Asia-Pacifico.
Piccole nazioni insulari sono a rischio di “perdita quasi totale” di terra, afferma il rapporto, e otto delle prime 10 aree esposte all’innalzamento del livello del mare si trovano in Asia. Circa 600 milioni di persone risulterebbero esposte a inondazioni in uno scenario di riscaldamento di 3 gradi. Secondo l’analisi di Climate Central, Cina, India, Vietnam e Indonesia sono tra i primi cinque paesi più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare a lungo termine.
Ma l’innalzamento dei mari non colpirebbe solo i Paesi più poveri. Sono decine infatti le città costiere nel mondo che cambierebbero per sempre. Da New York a l’Avana, passando per Londra, Vancouver, Sydney ma anche Catania, Napoli, Venezia.
Con ogni frazione di grado di riscaldamento, le conseguenze del cambiamento climatico peggiorano. Anche limitando il riscaldamento a 1,5 gradi, gli scienziati affermano che i tipi di condizioni meteorologiche estreme che il mondo ha sperimentato quest’estate diventeranno più gravi e più frequenti.
Oltre 1,5 gradi, il sistema climatico e il mondo, per come lo conosciamo oggi, potrebbero iniziare a sembrare irriconoscibili.