Variante Delta, perché fa paura? Lo studio che ne spiega la pericolosità

Nelle ultime settimane il contrasto al Covid ha visto esplodere un nuovo allarme, quello relativo alla variante Delta. Per quale motivo quest’ultima sia così temibile e così temuta dalla comunità scientifica internazionale è stato spiegato da uno studio proveniente dalla Cina.

A produrlo sono stati i ricercatori cinesi del Centro provinciale di Guangdong, i cui risultati sono stati pubblicati su ‘Virological’ e resi noti dal ‘Corriere della Sera’. La variante Delta, come noto, si trasmette con un ritmo più veloce del 40-60% rispetto alla Alfa (la vecchia “variante inglese“). Ma lo studio dimostra perché ciò avviene. E soprattutto quale sia il meccanismo che regola questi indici straordinari di contagio.

Le differenze tra la variante Delta e le altre forme di Covid

I ricercatori hanno analizzato i dati sul primo focolaio di variante Delta in Cina, evidenziando che essa riesce a riprodursi più velocemente e dispone di cariche virali superiori di mille volte rispetto alle precedenti varianti. Lo studio riguarda 167 infezioni che si sono verificate in Cina dal 21 maggio 2021 al 18 giugno successivo. I soggetti positivi che hanno preso parte allo studio hanno eseguito un test ogni giorno.

Ebbene, se il Covid nel 2020 mostrava le proprie tracce in un soggetto positivo dopo circa sei giorni (IQR 5-8), nella variante Delta i sintomi arrivano dopo quattro (IQR 3-5). Questo significa che il periodo di incubazione si è ridotto. C’è poi il discorso sulle cariche virali, superiori di 1.260 volte rispetto alla prima rilevazione del Coronavirus. E questo argomento merita un approfondimento a parte.

Che cos’è la “carica virale” e perché fa paura

Per capire cosa significhi “carica virale” e come possa uno stesso virus averne di più o di meno, è infatti intervenuta Angela Rasmussen. Quest’ultima, ricercatrice presso l’Organizzazione per i vaccini e le malattie infettive dell’Università del Saskatchewan, ha spiegato su Twitter in cosa consista il fenomeno. E per quale motivo rappresenti uno dei motivi di maggiore allarme legato alla variante Delta.

Le persone infette stanno diffondendo ‘una tonnellata di virus in più’ rispetto alle varianti precedenti. Questo di sicuro spiega la maggiore trasmissibilità – ha osservato –. Se le persone trasmettono 1.000 volte più virus, salgono notevolmente le possibilità che un contatto stretto sia esposto all’infezione. E se le persone dopo l’esposizione al virus diventano contagiose più velocemente, le possibilità che infettino gli altri salgono“. Ecco perché la variante Delta fa tutta questa paura.

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