Si allarga il numero dei casi di vaiolo delle scimmie anche in Italia, ma intanto arrivano buone notizie dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo le sue informazioni, infatti, è possibile contenere e prevenire la diffusione del virus.
L’allarme, sul territorio nostrano, è arrivato dalla Asl Toscana Sud Est tramite una nota ufficiale. “Azienda e Istituto nazionale Spallanzani di Roma informano che un uomo di 32 anni di Arezzo rientrato nei giorni scorsi da una vacanza alle isole Canarie è risultato positivo al vaiolo delle scimmie“, vi si legge. L’uomo “è ricoverato presso il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Donato. Si tratta di una persona rientrata in Italia il 15 maggio che ha presentato rapidamente i sintomi della malattia“. Ma anche la gestione di questo caso conferma che non sia il caso di farsi prendere dal panico.
Il vaiolo delle scimmie, infatti, continua a non rappresentare una seria minaccia almeno in Europa. “La maggior parte dei casi attuali si è presentata con sintomi di malattia lievi. Per la popolazione più ampia, la probabilità di diffusione è molto bassa“, ha spiegato Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). E c’è anche altro.
Nei Paesi in cui la malattia non è endemica (e l’Italia non lo è, come del resto l’intera Europa) è infatti possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie. A spiegare il motivo è Maria Van Kerkhove, a capo della ricerca sulle malattie emergenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Non solo continuano a non esserci casi gravi, ma “le misure raccomandate dall’Oms e dall’Ecdc permettono l’identificazione precoce e l’isolamento dei casi“.
Proprio in questo senso, peraltro, si sta muovendo la Asl toscana dopo il caso di Arezzo. Il 32enne con sintomi da vaiolo delle scimmie, spiega l’azienda, “nei giorni tra il 15 ed il 20 maggio non ha avuto contatti con i propri familiari. Il giorno 20 maggio si è fatto visitare dal proprio medico di base che lo ha indirizzato agli ambulatori di malattie infettive“. Qui si è verificata la presenza di “lesioni cutanee suggestive per l’infezione“. L’ambulatorio ha quindi inviato i campioni all’Istituto Spallanzani già l’indomani, ossia il 21 maggio. “Il giorno successivo – prosegue la Asl, riferendosi al 22 maggio – è stata comunicata la positività di tutti i campioni esaminati“.
Intanto “nel Lazio ci sono 15 persone in isolamento“. Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione, Alessio D’Amato. I casi di vaiolo delle scimmie nell’intero Lazio restano tre: si tratta di tre persone ricoverate allo Spallanzani in buone condizioni cliniche. I 15 in isolamento sono contatti dei tre contagiati ai quali si è risaliti con il contact tracing.
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