Al momento nel nostro Paese si sono verificati pochi casi e solo chi rientra in delle casistiche ben precise ha delle ragioni valide per farsi vaccinare
Da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il vaiolo delle scimmie (mpox) un’emergenza sanitaria internazionale, l’attenzione nei confronti dei vaccini creati per prevenire la malattia è cresciuta. Quello dell’azienda Bavarian Nordic (MVA-BN), considerato particolarmente efficace, è di certo il più ambito, soprattutto nei Paesi dove il numero di contagi è più elevato. Tra questi c’è la Repubblica Democratica del Congo, dove dall’inizio del 2024 ci sono stati più di 14.000 nuovi casi e oltre 500 decessi, che presto riceverà 40mila dosi di vaccino donate proprio dalla compagnia farmaceutica.
In Italia, così come nel resto d’Europa, la situazione è molto meno grave. Nel corso dell’ultimo anno i casi di vaiolo delle scimmie sono stati pochi e tutti legati a persone che erano state all’estero per lavoro o motivazioni personali, dunque il rischio di una diffusione della malattia appare alquanto ridotto. Nel nostro Paese la somministrazione del vaccino era stata autorizzata in forma temporanea nell’estate del 2022, quando si era verificato un aumento dei contagi di mpox. In particolare, la vaccinazione era stata consigliata agli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM), categoria per la quale erano stati individuati maggiori fattori di rischio, e per il personale che si occupava di effettuare analisi di laboratorio sui virus.
Negli ultimi giorni l’Istituto Superiore di Sanità ha consigliato di effettuare il vaccino solo alle categorie a rischio. Oltre agli MSM e a chi lavora nei laboratori, anche le persone intenzionate a effettuare viaggi nei Paesi ci sono molti casi di vaiolo delle scimmie devono prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di farsi vaccinare.
Una buona fetta della popolazione italiana potrebbe non avere nemmeno bisogno di fare il vaccino, perché le persone con più di 48 anni sono già vaccinate contro il vaiolo e da alcuni studi è emerso che hanno una protezione dell’85% contro il virus che causa il vaiolo delle scimmie.
Come spiegato dall’ISS, due dosi del vaccino MVA-BN (noto anche come Jynneos Imvanex) hanno un’efficacia pari all’82% se somministrate prima dell’esposizione al virus, che scende al 76% quando la dose effettuata è una sola. Se, invece, la vaccinazione avviene in seguito all’esposizione al virus, l’efficacia stimata è di appena il 20%. Le persone che hanno contratto il vaiolo delle scimmie dopo essersi vaccinate hanno avuto a che fare con sintomi meno gravi rispetto ai pazienti non vaccinati. Le due dosi del vaccino devono essere somministrate a una distanza di almeno 28 giorni l’una dall’altra.
La somministrazione del vaccino è sconsigliata durante la gravidanza o l’allattamento, a meno che la valutazione del rapporto rischio-beneficio sia favorevole. Gli immunodepressi (incluse le persone con infezione da HIV), invece, possono ricevere senza problemi una o più dosi di MVA-BN. Tuttavia in tali soggetti potrebbe verificarsi una risposta anticorpale ridotta.
La vaccinazione è consigliata agli MSM solo se rientrano in specifici criteri di rischio:
1) Negli ultimi tre mesi hanno avuto dei rapporti con più partner sessuali;
2) Hanno preso parte a eventi di sesso di gruppo;
3) Hanno partecipato ha incontri sessuali in locali/club/cruising/saune;
4) Nel corso dell’ultimo anno hanno contratto almeno un’infezione sessualmente trasmessa;
5) Praticano il Chemsex, ossia mischiano gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche.
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