Il vaccino russo Sputnik garantisce una protezione pari al 90% dalla malattia sintomatica e al 100% da quella grave. A dirlo è uno studio pubblicato dai ricercatori dell’Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma.
Secondo quanto emerso il vaccino sarebbe ai livelli di efficacia paragonabili ai due attualmente disponibili in Italia: Moderna e Pfizer. Inoltre, il vaccino Sputnik risulterebbe più efficace di quello di AstraZeneca.
Nonostante il giudizio positivo emesso dallo studio, il vaccino Sputnik non è ancora stato autorizzato in Italia. Nel documento pubblicato dai ricercatori è spiegato che è stata condivisa solo una sintesi dei dati. Inoltre, al momento “tutti i dati di efficacia provengono da una singola sperimentazione”. Questa, tra l’altro, non è stata fatta nel nostro Paese, ma a Mosca.
Per quanto riguarda l’efficacia sulle varianti, della quale si sta parlando molto in questo periodo, i dati non sono ancora noti. Comunque, secondo quanto emerso, “Sputnik V potrebbe avere un ruolo importante nei programmi vaccinali”.
Al momento il vaccino Sputnik è utilizzato in 30 Paesi. Oltre alla Russia è somministrato anche in: Argentina, Messico, Bielorussia, Pakistan e Tunisia. Inoltre, il vaccino è arrivato anche a San Marino. La Repubblica infatti aveva un accordo per poter ottenere una piccola parte delle dosi dei vaccini autorizzati destinati all’Italia, che però, non ha mai ricevuto. Proprio per questo motivo, ha deciso di virare la propria attenzione sul vaccino russo.
Come per i vaccini già disponibili in Italia, anche Sputnik dovrà seguire le stesse procedure per l’approvazione. Dovrà quindi ricevere l’ok da parte dell’Ema e poi dell’Aifa. Nelle ultime settimane l’Agenzia europea dei medicinali ha smentito la presentazione di una domanda formale di autorizzazione. Questo, però, non significa che non ci siano “contatti in corso”.
In Europa, quindi, non è ancora stata depositata una domanda formale di autorizzazione. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha spiegato che se la domanda dovesse arrivare i produttori dovrebbero presentare tutti i dati e sottoporsi al medesimo scrutinio avvenuto anche per gli altri vaccini. Inoltre, ha spiegato von der Leyen: “Non producono in UE, quindi certamente ci deve essere un’ispezione ai siti di produzione, perché dobbiamo avere standard di produzione stabili”.
Guardando al nostro Paese, si stanno cercando stabilimenti che possano garantire il potenziamento delle forniture dei vaccini. L’operazione, che ha riguardato Moderna e Pfizer, potrebbe essere allargata, in caso di autorizzazione, anche a Sputnik. È importante sottolineare che se la produzione del vaccino russo dovesse avvenire in Italia dovrebbe comunque esserci l’autorizzazione da parte di Ema e Aifa. Al momento un’azienda vicino Siena si è già offerta per la produzione. Questo perché i suoi bioreattori, che servono alla produzione del vaccino, sono attualmente liberi.
Al momento, nel mondo, sono state somministrate 193 milioni di dosi del vaccino. Al primo posto per somministrazione di almeno una dose c’è Israele, seguita da Seychelles e Regno Unito. L’Italia, invece, si trova al quartultimo posto, con una percentuale di cittadini che hanno ricevuto almeno una dose pari al 3,2%. Seguono Brasile, Russia e infine Bangladesh.
Il posizionamento della Russia nella somministrazione dei vaccini ha fatto nascere dei dubbi sul perché il Paese offra milioni di dosi del vaccino Sputnik quando “ancora non vaccina tutta la popolazione”, come ha detto Ursula von der Leyen.
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