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Tutto il mondo è al lavoro per trovare un vaccino contro il Coronavirus, e tra i vari laboratori concentrati su questa importante ricerca ci sono anche quelli di Cuba. Che tra i vari collaboratori vantano Fabrizio Chiodo, ricercatore italiano del Cnr di Pozzuoli.
“Dal 2013 sono parte integrante dell’Instituto Finlay de Vacunas a L’Avana – racconta Chiodo –. Collaboro a diversi progetti e tra questi ci sono anche quelli per disegnare e sviluppare il vaccino contro Sars-cov2. Quando la pandemia è iniziata sapevamo benissimo che i primi vaccini in grado di andare rapidi nei test sarebbero stati quelli a piattaforma M-Rna e adenovirali. Sono proprio quelli di cui si sente parlare ora. Cuba ha scelto un’altra strada, quella dei vaccini a sub-unità“.
Quindi il ricercatore espone quali siano le differenze, non solo filosofiche: “Questo vaccino è più economico, ma richiede più tempo. C’è però anche da dire che stiamo sfruttando delle piattaforme che Cuba usa già da 15 anni, anche con i bambini. Si tratta di piattaforme molto stabili a temperatura ambiente“.
Ci sono eventuali dubbi sulla resa di un vaccino concepito in questo modo? Chiodo non si nasconde: “Sulla diversità di efficacia dei diversi vaccini dovrebbero tutti avere l’onestà di rispondere che non ne sappiamo nulla. A Cuba ci siamo mossi su tre linee direttrici. La possibilità di distribuirlo a basso costo in tutto il mondo, la possibilità di produrlo a basso costo e la maggiore stabilità a temperatura ambiente“.
L’obiettivo, quindi, è quella di una distribuzione completamente a costo zero: “Sapevamo benissimo che tutti i Paesi più poveri avrebbero avuto bisogno del vaccino, e Cuba si è mossa mettendo in conto di poter distribuire lì il vaccino gratuitamente. Gli altri vaccini a cui si sta lavorando hanno dei costi più alti per il tipo di tecnologia che si sta utilizzando, e sulla carta sono difficilmente distribuibili in tutto il mondo“.
Non manca una piccola polemica nei confronti di uno degli studi più avanzati del settore. “I governi stanno cercando di trovare accordi con le case farmaceutiche per distribuire i vaccini a costi contenuti. Ma c’è già un paradosso contro cui anche Msf sta lottando. AstraZeneca-Oxford dichiara sulla carta che non farà profitto, ma ha già deciso di prezzare in autonomia il vaccino a partire da luglio 2021“, sottolinea Chiodo.
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