Vaccino, prosegue lo scontro
tra AstraZeneca e Ue

Continua senza esclusioni di colpi la battaglia tra AstraZeneca e Ue. “Non c’è alcun obbligo verso l’Unione europea”. È lapidario Pascal Soriot, amministratore delegato azienda biofarmaceutica britannica, in un’intervista a Repubblica. “Nel nostro contratto c’è scritto chiaramente: ‘best effort’, ossia ‘faremo del nostro meglio’. Abbiamo deciso di utilizzare questa formula nel contratto perché all’epoca l’Ue voleva avere la stessa capacità produttiva del Regno Unito, nonostante il contratto sia stato firmato tre mesi dopo”.

Ma Bruxelles non ci sta. Non solo contesta le parole dell’ad di AstraZeneca ma chiede anche lo svincolo dalla clausola di segretezza per poter pubblicare il contratto e smentire pubblicamente Soriot. Il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, ha ribadito che l’azienda deve rispettare il contratto e procedere con le consegne. Stessa linea del presidente Ursula von der Leyen, che durante il World Economic Forum di Davos ha bacchettato i produttori di vaccini che “devono rispettare le consegne”. Insomma, è ufficialmente iniziata la ‘guerra dei vaccini’.

La questione della terza dose nella guerra tra Ue e AstraZeneca

Nel frattempo, tutti i Paesi della Ue stanno chiedendo a Bruxelles di irrobustire le procedure per ottenere vaccini. “Si comincia a ipotizzare la necessità di una terza dose per renderli efficaci contro le mutazioni e questo rende importanti la disponibilità di scorte adeguate”, ha scritto il ministro della Sanità maltese Chris Fearne. “Alla luce della fortissima richiesta in tutto il mondo, è importante non abbassare la guardia e sfruttare gli accordi per ottenere ulteriori dosi. Poiché siamo un piccolo Stato che deve affrontare problemi per procurarsi le forniture mediche, per noi il ruolo della Commissione è essenziale”.

Sul tavolo del vertice europeo c’è la proposta delle nuove regole: tutte le esportazioni di vaccini prodotte negli Stati dell’Unione dovranno venire autorizzate dalla Commissione. Un’iniziativa che ha provocato dure critiche del governo britannico e di quello canadese. “Non si tratta di imporre un embargo o limitare le esportazioni”, ha sottolineato il commissario Valdis Dombrovskis: “È un meccanismo di trasparenza per rendere chiara la capacità di produzione delle aziende, quante dosi confezionano e in quali impianti, a chi le vendono”. Una decisione sul piano è attesa nel prossimo fine settimana. Sulla carta, infatti, proprio in Europa c’è la massima potenzialità produttiva.

Ed è ormai scontro aperto tra Bruxelles ed AstraZeneca anche sulla partecipazione dell’azienda alla riunione del comitato direttivo sui vaccini Ue, prevista alle ore 18.30. La portavoce della Commissione, Dana Spinant, avevaa chiarito che “AstraZeneca ci ha informati stamani che la sua partecipazione non è confermata e che non ci sarà”. Aggiungendo che la situazione è in evoluzione e di non poter quindi fornire una risposta definitiva sull’incontro. Ma a sua volta l’azienda ha smentito le parole della Commissione, secondo una nota citata dal Telegraph: “Ci incontreremo con la Ue in giornata”, ha affermato un portavoce.

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