Nuovo importante passo verso la possibilità delle donne incinte di accedere alla somministrazione del vaccino. In Germania, infatti, è arrivato il via libera da parte della locale commissione permanente. Decisione importante, dato che rispecchia quanto chiesto anche in Italia da ginecologi e pediatri.
Vaccino a donne incinte e mamme: la situazione tedesca
Come annunciato dal Robert Koch Institut, infatti, la Stiko (commissione permanente per i vaccini tedesca) si è detta favorevole alla vaccinazione anti Coronavirus delle donne incinte e in fase di allattamento. La decisione, si apprende, è il frutto di “una consultazione approfondita e la valutazione delle prove disponibili“. La raccomandazione è quella di sottoporsi alla somministrazione di due dosi di vaccino a mRna. Ciò vale per le gestanti a partire dal secondo trimestre e per le donne che allattano.
Anche il ministro della Sanità tedesco, Jens Spahn, ha commentato la novità. E lo ha fatto con parole da cui emergono sollievo ed entusiasmo: “Le donne incinte e che allattano ora hanno anche una chiara raccomandazione per accedere alla somministrazione del vaccino. Dopo diversi mesi con molte domande senza risposta significa che ora abbiamo finalmente una certezza scientificamente fondata“.
Cosa chiedono ginecologi e pediatri italiani
Come detto, anche in Italia è arrivata l’aperta richiesta all’accesso al vaccino per le donne incinte o le giovani mamme. L’avevano presentata, una decina di giorni fa, ginecologi e pediatri. “Il Covid-19 rappresenta un grave problema di sanità pubblica e, da un punto di vista di medicina clinica, una malattia potenzialmente molto grave soprattutto per l’età avanzata ed alcune categorie di persone – si affermava nella nota congiunta –. Tuttavia, queste caratteristiche non devono e non possono far ignorare le manifestazioni del Covid-19 nelle giovani donne in età fertile ed in età neonatale e pediatrica“.
“È necessario comprendere che, con l’aumentare della diffusione della vaccinazione in altre fasce di età, i bambini più piccoli inizino a rappresentare una popolazione proporzionalmente più a rischio. Questo perché sono suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2, al contrario delle persone vaccinate. Non sono ancora a disposizione vaccini specificamente approvati per i bambini di età inferiore a 12 anni. Ma gli studi disponibili dimostrano chiaramente come gli anticorpi prodotti nelle madri sottoposte a vaccinazione passino nel sangue fetale attraverso la placenta e poi nel latte materno. Proteggendo così neonati e lattanti“, si spiegava poi nel comunicato.