Arrivano le indicazioni del ministero della Salute sulla seconda dose di vaccino. Lo si può leggere in una circolare, in cui si affrontano il tema di AstraZeneca, della vaccinazione eterologa (ossia con farmaci di due diverse compagnie) e anche per quanto riguarda il siero di Johnson & Johnson.
Vaccino: la raccomandazione del ministero
Il ministero ribadisce quanto già affermato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. E quindi tutti coloro che hanno ricevuto una prima somministrazione di AstraZeneca possono richiedere che la seconda dose sia della stessa casa farmaceutica. Previo firma di consenso informato, infatti, ci si può rifiutare di sottoporsi alla seconda dose con un vaccino a mRna.
“Secondo quanto evidenziato dal Cts“, spiega il ministero, bisogna partire da un presupposto. Ossia “la indicazione prioritaria di seconda dose con vaccino a mRNA, ispirata ad un principio di massima cautela rivolto a prevenire l’insorgenza di fenomeni VITT in soggetti a rischio basso di sviluppare patologia Covid-19 grave“. Il Governo spiega anche di essersi basato su “un principio di equità“. Esso “richiede di assicurare a tutti i soggetti pari condizioni nel bilanciamento benefici/rischi“.
Ciò riguarda in particolare alcuni specifici casi. “Qualora un soggetto di età inferiore ai 60 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria (ossia AstraZeneca, ndr), rifiuti senza possibilità di convincimento il crossing a vaccino a mRNA, allo stesso, può essere somministrata la seconda dose di Vaxzevria“. Ciò avverrebbe in ogni caso “dopo acquisizione di adeguato consenso informato“. In più la decisione del paziente deve arrivare “pur a fronte di documentata e accurata informazione fornita dal medico vaccinatore o dagli operatori del centro vaccinale sui rischi di VITT“. Per VITT si intende la “trombosi e piastrinopenia indotta da vaccino“.
Le indicazioni su Johnson & Johnson
Ulteriori indicazioni riguardano il vaccino monodose della Janssen (Johnson & Johnson). Esso è raccomandato “per soggetti di età superiore ai 60 anni“, alla luce del parere espresso dal Comitato tecnico Scientifico e di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Lo stesso vaccino, aggiunge tuttavia la circolare del ministero, può essere utilizzato anche in soggetti che hanno meno di 60 anni in particolari situazioni. Esse includono “campagne vaccinali specifiche per popolazioni non stanziali e/o caratterizzate da elevata mobilità lavorativa e, più in generale, per i cosiddetti gruppi di popolazione hard to reach“.