Si sta parlando molto del vaccino contro l’influenza, con le relative campagne pronte a partire in diverse Regioni d’Italia. Il Piemonte, ad esempio, partirà il prossimo 26 ottobre, l’Emilia-Romagna addirittura già martedì. Ma i dubbi continuano a resistere, con alcuni temi che stanno infiammando l’opinione pubblica.
Vaccino contro l’influenza: i timori in epoca Covid
L’anno scorso la copertura fu del 55% della popolazione, e il più grande timore è che anche quest’anno il vaccino influenzale possa arrivare in quantità troppo basse per le rinnovate esigenze. Anche perché nel frattempo bisogna stabilire come i medici, già alle prese con le misure anti Coronavirus, riusciranno a organizzarsi.
Il periodo è critico e sono diverse le critiche anche autorevoli che si sono susseguite sul sistema vaccino, a partire dalla Fondazione Gimbe e da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. E l’impressione è che la gestione del periodo influenzale possa tramutarsi in una sorta di esame sulla sanità italiana.
Quale copertura per la cittadinanza? Gli obiettivi
Inizialmente si era parlato di una copertura del 95% degli italiani con il vaccino contro l’influenza. Nel frattempo l’asticella si è spostata al 75%, obiettivo che rimane comunque di complessa realizzazione. E intanto va stabilito in maniera chiara e incontestabile chi abbia diritto a una copertura gratuita.
Fino a un anno fa, il vaccino era gratis per i cittadini di età uguale o superiore ai 65 anni. Tale limite è stato abbassato a 60 per il periodo 2020-2021. L’importanza del vaccino risiede nel fatto che i sintomi dell’influenza sono simili a quelli del Coronavirus, con il rischio di confondere le due malattie. Anche per questo il trattamento anti-influenzale è consigliato anche per i bambini fino a 6 anni d’età. Tra le categorie a rischio anche gli addetti ai servizi pubblici, chi è sottoposto a lunghi contatti con gli animali, i donatori di sangue e le donne incinte.