Mentre si avvicina la probabile approvazione del vaccino di Johnson&Johnson da parte dell’Ema (attesa per l’11 marzo), il colosso farmaceutico ha iniziato a mettere le mani avanti sulla fornitura del siero. Come riporta Reuters, l’azienda ha comunicato all’Ue di avere problemi di approvvigionamento che potrebbero complicare la fornitura delle 55 milioni di dosi previste per il secondo trimestre dell’anno.
Gli obiettivi di Johnson&Johnson
Senza fornire ulteriori informazioni sui possibili ritardi, Johnson & Johnson ha confermato il suo impegno a consegnare all’Unione Europea 200 milioni di dosi del vaccino entro la fine del 2021. “Prevediamo di iniziare la distribuzione nel secondo trimestre dell’anno”, ha comunicato l’azienda. Reuters ha provato a chiedere ulteriori informazioni sulla questione a un portavoce dell’Unione europea, senza però ricevere una risposta.
All’inizio di marzo, Johnson & Johnson ha iniziato la distribuzione del suo vaccino anti-Covid negli Stati Uniti, con l’intenzione di arrivare a 100 milioni di dosi consegnate entro la fine di maggio.
Come funziona il vaccino?
Rispetto ad altri vaccini in commercio (tra cui Pfizer-Biontech), quello prodotto da Johnson & Johnson richiede una sola dose per attivare una forte risposta immunitaria. Questa caratteristica potrebbe permettere di velocizzare di molto la copertura vacinale. È basato su dei vettori derivati da un adenovirus di serotipo 26 (Ad26), che trasportan del materiale genetico del coronavirus. In seguito all’inoculazione del vaccino, questi virus inducono nell’organismo la produzione di una proteina che viene poi riconosciuta come una minaccia dal sistema immunitario. La difesa nei confronti di Sars-CoV-2 si forma così senza un contatto diretto con l’agente virale. Un altro vantaggio del vaccino di Johnson&Johnson è la facilità di conservazione: rimane stabile per circa due anni se conservato a -20 gradi e per un massimo di 3 mesi a temperature da frigorifero (quindi tra i due e gli otto gradi).