Sono trascorsi cinque anni dall’8 novembre 2016, il giorno in cui è morto Umberto Veronesi. Noto soprattutto per la fondazione che porta il suo nome e per gli importanti contributi alla lotta al cancro, nel corso della sua vita è stato un importante oncologo e ha ottenuto svariati riconoscimenti. Ha dato anche il proprio contributo alla vita politica del Belpaese, ricoprendo l’incarico di ministro della Sanità dal 26 aprile 2000 all’11 giugno 2001.
Umberto Veronesi ha cambiato per sempre il modo di trattare i tumori mammari. È stato proprio lui, infatti, a inventare la chirurgia conservativa per la cura di questa tipologia di cancro (quadrantectomia). Questo intervento prevede l’asportazione chirurgica della neoplasia e di una piccola parte del tessuto mammario. Se associata alla radioterapia e allo svuotamento ascellare permette di ottenere dei buoni risultati. È molto meno radicale della mastectomia (l’asportazione completa della mammella) e garantisce, nella maggior parte dei casi, un buon risultato estetico. Nel 1981 Veronesi ha pubblicato i dati preliminari di questa tipologia di intervento sul New England Journal of Medicine, aprendo la strada a un’importante cambiamento. Seguendo una strada simile, ha poi proposto la biopsia del linfonodo sentinella come alternativa alla dissezione ascellare. Inoltre, ha modificato le procedure della radioterapia dei tumori mammari, introducendo la radioterapia intraoperatoria. Quest’ultima si esaurisce in una sola seduta, durante l’intervento stesso.
Umberto Veronesi si è anche impegnato a portare sotto la luce dei riflettori il melanoma, il più importante dei tumori alla pelle. Fino a qualche hanno fa questa neoplasia era quasi ignorata dalla medicina tradizionale, ma con il passare del tempo la situazione è cambiata. Il merito è anche di Veronesi, che nel 1970 ha fondato il Gruppo Internazionale sul Melanoma.
Nel corso della sua lunga carriera, Veronesi ha promosso l’aggiornamento medico, arrivando a fondare (nel 1982) la Scuola Europea di Oncologia. Nel 1991, invece, ha creato l’Istituto Europeo di Oncologia, che nel corso degli anni è diventato una delle strutture più all’avanguardia nel campo della lotta alle neoplasie. Alcuni anni dopo, nel 2003, l’oncologo ha dato vita alla Fondazione Umberto Veronesi, nata con l’obiettivo di “sostenere la ricerca scientifica, divulgarne i principi e diffondere una corretta cultura della prevenzione”. Per raggiungere questi ambiziosi traguardi, la Fondazione promuove una profonda condivisione sociale e culturale, interfacciandosi con realtà come il mondo della scuola, quello dell’informazione e quello dell’impresa. “Progettualità, concretezza, passione e impegno costante sono gli strumenti con cui la Fondazione persegue un bene comune, una vita in salute per tutti”, si legge sul sito ufficiale.
Gli importanti contributi di Umberto Veronesi alla comunità scientifica non sono mai passati inosservati. Nel corso della sua vita ha ricevuto quattordici lauree Honoris-Causa in medicina (l’ultima è stata quella conferita dal King’s College di Londra nel 2011). In Italia ha ricevuto cinque lauree Honoris-Causa, due delle quali dall’Università degli Studi di Milano (in Biotecnologie Mediche e in Fisica). Ha anche vinto svariati premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2003, per esempio, l’Arabia Saudita gli ha conferito il prestigioso King Faisal International Prize Award.
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