Pochi giorni fa il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe aveva rivelato che in Trentino Alto Adige la popolazione che ha completato il ciclo di vaccinazione è sotto la media nazionale. Nella provincia autonoma di Bolzano equivale al 57%, mentre la media Italiana parla del 63,9%. In quella autonoma di Trento, riferisce ancora Gimbe, la popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari 62,9%. La popolazione over 50 che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari a 17,4% e al 12,3%, con una media Italia che vede il 12,2%. Ma come mai tutta questa lentezza nel territorio preso in considerazione?
La scarsa fiducia dei confronti nella campagna di vaccinazione in Trentino Alto Adige
Secondo diversi studi il Trentino Alto Adige è ai primi posti in Italia per la qualità del sistema sanitario. Eppure si ritrova agli ultimi posti per dosi somministrate. Questi ritardi sono dovuti a diverse cause: in cima alla lista c’è sicuramente lo scetticismo di una parte consistente della popolazione nei confronti del vaccino. Sotto altri punti di vista c’è anche da sottolineare l’inefficacia dei provvedimenti che avrebbero dovuto incentivare le somministrazioni e alcuni imprevisti organizzativi legati alla gestione delle prenotazioni; soprattutto in seguito a un richiamo del Garante della privacy.
Capire fino in fondo i motivi di questi ritardi è comunque molto complesso. In generale c’è una scarsa fiducia del vaccino, che qui sembra incidere di più rispetto ad altre zone d’Italia. Lo si vede per esempio dall’alto numero di operatori sanitari non ancora vaccinati. Per esempio, in una settimana, secondo i dati riferiti dall’Azienda sanitaria provinciale, solo in 32 si sono sottoposti alla vaccinazione. E così è iniziato l’iter di sospensione dei numerosi sanitari No vax.
È ancora alto il numero di operatori sanitari non ancora vaccinati
L’Azienda Sanitaria, riporta L’Adige, ha fatto sapere che nei prossimi giorni verranno consegnate a chi ha rifiutato il vaccino le note dell’autorità di avvio della procedura di sospensione: ben 560 atti di accertamento di inosservanza dell’obbligo vaccinale che saranno recapitati agli “operatori, ai loro datori di lavoro e ai rispettivi ordini professionali”. Una volta completato l’iter formale, sarà il datore di lavoro (pubblico o privato che sia) a verificare la possibilità di assegnare al lavoratore una mansione diversa, o in caso di impossibilità, sospenderla dal lavoro.
A luglio sono stati spediti 860 inviti contenenti l’appuntamento per la somministrazione del vaccino anti Covid e la scorsa settimana sono scaduti i termini entro i quali poter presentare l’attestazione di avvenuta vaccinazione. Dalle verifiche, riporta L’Adige, risulta che 679 operatori sanitari non si siano vaccinati. Di questi, 119 persone hanno motivato la mancata vaccinazione con varie ragioni. Restano quindi 560 operatori sanitari No vax.
L’origine di questa opposizione alla campagna di vaccinazione in Trentino Alto Adige
L’opposizione alla campagna vaccinale in Trentino Alto Adige sembra essere piuttosto estesa anche al di fuori dell’ambito sanitario. Claudio Volanti, presidente dell’Ordine dei Medici di Bolzano, ha detto per esempio che “l’Alto Adige è sempre stata una Provincia a forte tendenza antivaccinista. Già nel 2014 si rilevava che il tasso di vaccinazione per il morbillo era al 68%. Su tutte le vaccinazioni obbligatorie si mantiene sempre più basso rispetto al resto d’Italia”.
Secondo Volanti, questa situazione deriverebbe anche da una crescente fiducia nella medicina alternativa. “C’è ancora la convinzione che la medicina tradizionale abbia qualcosa in meno. Lo dimostra il fatto che il bilancio delle aziende che vendono prodotti omeopatici è sempre molto alto”, ha detto. “Ricordo che la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi riconosce la medicina complementare, o non convenzionale. Ma non quella alternativa, praticata da molti sanitari qui in Alto Adige”.
Le iniziative promosse per invertire la rotta
Per incentivare il più possibile le somministrazioni, la provincia autonoma di Bolzano ha organizzato diverse iniziative. Quella che ha ricevuto più attenzioni è stata la campagna di vaccinazione con cosiddetti Vax Bus: tre autobus sono stati trasformati in centri vaccinali itineranti, in viaggio nei paesi della Provincia. L’obiettivo è raggiungere i piccoli paesi lontani dai grandi centri e le persone possono chiedere di essere vaccinate senza prenotazione: sul sito ufficiale della Provincia autonoma è stata pubblicata una pagina con tutte le tappe dei Vax Bus e una mappa che si aggiorna in tempo reale con la posizione dei bus vaccinali.