Domenica prossima, 29 ottobre 2023, daremo il benvenuto all’ora solare: alle 3 si dovranno portare le lancette indietro di un’ora. Si dormirà un’ora in più, almeno fino alla prossima primavera. L’ora solare rimarrà infatti in vigore fino a domenica 31 marzo, quando farà ritorno l’ora legale e, di conseguenza, le lancette andranno spostate in avanti di sessanta minuti. Un’abitudine per noi italiani, che da tempo è, però, al centro del dibattito. Non solo in Italia, ma in tutta Europa e anche negli Stati Uniti. Le ricerche hanno, infatti, dimostrato che spostare gli orologi avanti o indietro, anche solo di un’ora, influisce negativamente sull’economia, sulla sicurezza stradale e sulla salute.
Questo alternarsi è, dicevamo, ormai un’abitudine. Il sistema alternato è nato, infatti, addirittura durante la Prima guerra mondiale. All’epoca i Paesi avevano bisogno di ridurre i consumi energetici. Molto banalmente, un’ora di luce in più la sera significava meno tempo con le luci accese. Il sistema ha gradualmente preso piede in tutta Europa e anche negli Stati Uniti ed è in vigore ancora oggi. Allo stesso tempo, oggi come non mai, è stato messo in discussione per i suoi effetti negativi. Eppure, sembra molto complesso per i Paesi dell’Ue e per gli Usa trovare il modo di andare oltre. Negli Stati Uniti, per esempio, un anno fa, il Senato aveva approvato una legge per spostare gli orologi avanti di un’ora in modo permanente. La legge è stata, però, bocciata dalla Camera e si è arenata.
In Europa se ne discute da tempo, ma non è ancora stato fatto nessun passo avanti. Nel 2019 il Parlamento europeo aveva votato per abolire il passaggio dall’ora solare a quella legale, senza tuttavia ottenere l’approvazione necessaria dall’altro organo legislativo dell’Unione europea, il Consiglio europeo, che ha invece girato la questione alla Commissione europea per una valutazione sull’impatto dell’eventuale modifica. In mezzo ci si è messa, poi, la pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina a cui, ora, si è aggiunto anche il conflitto arabo-israeliano. Tutte questioni centrali che hanno rimandato una decisione definitiva sul tema.
Se è vero che i progressi sono lenti, è altrettanto vero che la strada intrapresa sembra essere chiara. È una questione di tempo, ma tra ora solare e ora legale ne resterà soltanto una. Ecco, la domanda da porsi è, quindi, un’altra: quale delle due va tenuta? Il “partito” dell’ora legale ha diversi aspetti a suo favore da mettere sul tavolo. Alcuni studi dicono, infatti, che un’ora di luce in più alla sera contribuisce a ridurre gli incidenti stradali in maniera significativa. Allo stesso modo, un altro studio spiega come le persone siano spinte a spendere di più in presenza di luce rispetto che in orario serale. Avere sempre l’ora legale porterebbe, stando a questa analisi, notevoli benefici economici per molti comparti. A favore, invece, del “partito” dell’ora solare c’è soprattutto l’aspetto legato al sonno, che sarebbe favorito da mattine meno luminose.
Nel frattempo, molti Paesi sono già intervenuti sul tema. L’Argentina, per esempio, ha abolito l’ora legale da più di dieci anni, mentre lo scorso anno lo ha fatto l’anno scorso. Lo stesso hanno fatto alcuni Stati americani, come Hawaii e Arizona.
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