Per salvare la figlia di un anno e mezzo, una madre ha donato una parte del proprio fegato. È successo all’Ospedale Molinette di Torino. La donna, un medico di 43 anni, si è resa protagonista di un grande gesto per permettere alla su bambina salvarsi da una rara malattia del fegato che determina ittero irreversibile. I medici avevano già sottoposto la piccola a un’operazione con intento riparativo a sei settimane di vita, ma l’intervento, pur ristabilendo il flusso biliare verso l’intestino e risolvendo l’ittero, non era riuscito a scongiurare l’evoluzione del fegato verso la cirrosi epatica.
La strada verso il trapianto di fegato
In seguito ai primi segni di scompenso funzionale della malattia cirrotica, la bambina era stata presa in carico dalla Gastroenterologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e inserita nella lista d’attesa nazionale per trapianto di fegato pediatrico già nel maggio dell’anno scorso. Tuttavia non si sono presentate per la piccola offerte d’organo da donatore deceduto con le dimensioni e le caratteristiche più idonee per lei. Varie infezioni hanno causato un progressivo peggioramento delle condizioni della giovanissima paziente, determinando uno stato di malnutrizione e scarsa crescita. Da gennaio la bambina era ininterrottamente ricoverata senza prospettive di dimissione. Per smuovere la situazione, la madre si è proposta come potenziale donatrice di fegato.
Un’operazione delicata
L’intervento è stato delicato. I medici hanno dovuto prelevare la parte sinistra del fegato della madre e trapiantarla al posto del fegato malato della bambina. Per portare a termine l’operazione sono state necessarie dodici ore. Ora la piccola porzione di fegato trapiantata crescerà rapidamente all’interno del corpo della bimba. La madre donatrice, dopo un decorso postoperatorio privo di complicanze, ha già pienamente recuperato e sta seguendo in prima persona i progressi della figlia. “Ancora una volta, in una situazione di grande emergenza quale quella legata al Covid-19, il sistema sanitario regionale e la Città della Salute di Torino hanno dato prova di capacità straordinarie”, ha commentato Giovanni La Valle, Direttore generale della Città della Salute.