“Verosimilmente la terza dose sarà necessaria per tutti”. Avverrà con precedenza a chi ha fatto il vaccino Johnson&Johnson “che avrà bisogno di un richiamo a tempi brevi”. Tuttavia “entro l’anno si procederà a somministrare la terza dose per anziani e personale sanitario. Poi da gennaio al resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose”. Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. La scelta della terza dose, sottolinea l’esponente di governo, “è auspicabile sia condivisa da tutta Europa, considerando il boom di contagi in alcuni Paesi europei”, dove insieme ai casi “aumenta il rischio che si diffondano nuove varianti”. Quanto al vaccino per proteggere dal Covid la fascia 5-11 anni “dipenderà dagli enti regolatori, e appena approvato sarà disponibile in Italia”.
Terza dose con vista quota 90% dei vaccinati
Estendere la terza dose di vaccino anti-Covid a tutta la popolazione “è uno scenario verosimile”. A dirlo è anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Di fronte alla risalita dei contagi, prende quindi sempre più corpo l’ipotesi di un richiamo, come confermato anche dal presidente del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli: “C’è un sistema di prenotazione disponibile per gli over 60, poi c’è la possibilità, che nel tempo considereremo, anche per i più giovani”.
Nel frattempo, si avvicina l’obiettivo del 90% della popolazione vaccinata. In base ai dati aggiornati a lunedì sono 44,4 milioni le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, l’82,22% della popolazione over 12, mentre l’86,06% ha fatto almeno una dose. L’obiettivo del 90%, quindi, non sarebbe lontano. Non fosse che i nuovi vaccinati sono sempre meno e resistono gli irriducibili del no: 7,6 milioni di italiani over 12 non hanno fatto nemmeno una dose.