Da Israele arrivano informazioni incoraggianti sulla terza dose del vaccino anti-Covid. I dati diffusi dal ministero della Sanità indicano che gli effetti collaterali del richiamo sono “significativamente più leggeri” rispetto a quanto avvenuto per le prime due inoculazioni. Fatica, debolezza e dolore al braccio dopo l’iniezione sono molto meno comuni per tutti i gruppi di età alle prese con il booster.
Le conseguenze della terza dose
Le statistiche indicano che 86.6 persone per milione hanno sperimentato spossatezza dopo la terza dose, contro 271.9 e 251.1 per milione in seconda e prima dose rispettivamente. 42.7 persone per milione, invece, hanno sentito dolore al braccio nel punto in cui è stato iniettato il richiamo. Si tratta di un numero molto minore rispetto alle 222.9 e le 514.3 persone per milione che l’hanno sperimentato dopo la seconda e la prima dose.
Su circa 3 milioni e 200mila immunizzazioni con il booster i casi seri di effetti collaterali sono stati solo 19. Il ministero della Sanità israeliano ha spiegato che gli esperti stanno ancora cercando di capire l’effettiva esistenza di un legame tra queste conseguenze e il vaccino. Infine, il dicastero ha anche diffuso i dati relativi ai casi segnalati di miocarditi (infiammazioni del muscolo cardiaco) nella fascia di età 12/15 anni che hanno avuto prima e seconda dose. Il ministero ha dichiarato che tali dati hanno “un tasso non significativo”.
Terza dose e vaccino antinfluenzale: cosa dicono i medici?
Negli ultimi giorni, anche in Italia sono iniziate le somministrazioni della terza dose. Nelle prossime settimane la loro inoculazione procederà di pari passo con quella del vaccino antinfluenzale. A questo riguardo, i medici hanno dichiarato che è sicuro ricevere entrambi i vaccini. Per sicurezza però sarebbe meglio lasciar passare almeno 15 giorni tra un’iniezione e l’altra. Il virologo Fabrizio Pregliasco ha spiegato che ciò dev’essere fatto per “non creare interferenze sui possibili effetti collaterali che si concentrano nei primi giorni”.