Dopo i vaccini e gli anticorpi monoclonali, all’orizzonte si affaccia una nuova “arma” contro il coronavirus: uno spray nasale a base di lipopeptidi. Finora, come indicano i risultati dello studio pubblicato su Science, si è rivelato in grado di bloccare la trasmissione di Sars-CoV-2 nei furetti. La speranza dei suoi creatori, i ricercatori della Columbia University Matteo Porotto e Anne Moscona, è che possa evitare l’infezione anche negli esseri umani. “Anche in uno scenario ideale, con ampi segmenti di popolazione vaccinata, questi antivirali rappresenteranno un’importante arma complementare per proteggere le persone e controllare la trasmissione del virus”, spiegano i due esperti.
L’antivirale da spruzzare nel naso sembrerebbe efficace anche contro le nuove varianti del coronavirus. Secondo Porotto e Moscona potrebbe rivelarsi utile soprattutto per le persone che non possono essere vaccinate o che non sviluppano l’immunità. Anche la facilità di somministrazione è un importante punto a favore dello spray nasale. In base alle evidenze emerse su altri virus respiratori, la protezione conferita sarebbe immediata e avrebbe una durata di almeno 24 ore. Inoltre, i lipopeptidi possono essere prodotti a basso costo, resistono a lungo e non richiedono refrigerazione per essere conservati in modo corretto. Lo spray nasale, dunque, potrebbe fare la differenza nei Paesi a basso reddito e più difficili da raggiungere.
La scelta di testare lo spray nasale sui furetti non è stata casuale. Questi animali, infatti, hanno dei polmoni simili a quelli degli esseri umani e sono alquanto suscettibili all’infezione da Sars-CoV-2 (il virus si trasmette con facilità da un esemplare all’altro). Nel corso dell’esperimento, condotto in collaborazione con Rory de Vries e Rik de Swart dell’Erasmus University Medical Center (nei Paesi Bassi), gli esperti hanno somministrato il lipopetide antivirale nel naso di 6 furetti. Coppie di animali trattati sono state poi messe in contatto con coppie di furetti di controllo, sui quali è stato usato uno spray nasale “placebo”, e con un esemplare infettato da Sars-CoV-2. 24 ore dopo, gli scienziati hanno svolto dei test sugli animali. Dai risultati ottenuti è emerso che nessuno dei furetti trattati è stato contagiato. La loro carica virale era pari a zero, mentre tutti gli esemplari del gruppo di controllo risultavano altamente infetti.
In un secondo momento, Porotto e Moscona hanno testato il farmaco su varie cellule infettate con le diverse varianti di Sars-CoV-2, tra cui quella inglese e quella sudafricana. In questo modo hanno verificato la capacità del lipopeptide di impedire alla proteina Spike, utilizzata dal coronavirus per infettare l’organismo, di fondersi con la membrana cellulare.
In passato, Porotto e Moscona avevano già messo a punto dei lipopeptidi simili anche per prevenire l’infezione da altri virus, quali morbillo, parainfluenza e Nipah. In seguito alla diffusione del coronavirus nel mondo, i due ricercatori, in collaborazione con Christopher Alabi della Cornell University, hanno adattato i loro prodotti a Sars-CoV-2. Lo scorso ottobre sono riusciti a pubblicare un primo report sul trattamento sperimentale sulla rivista mBio, nel quale hanno descritto l’effetto del lipopeptide in un modello 3D di polmone. I risultati dello studio indicavano la capacità del composto di “spegnere” l’infezione iniziale, prevenendo così la diffusione del virus. Inoltre, lo spray non risultava tossico per le vie aeree.
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