La Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society (Sip-Irs) lancia l’allarme: per colpa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, la salute respiratoria degli italiani è in peggioramento. “La salute respiratoria degli italiani sta peggiorando ed esiste un diretto collegamento tra l’esposizione prolungata all’inquinamento e le malattie respiratorie che riducono la qualità e l’aspettativa di vita, mentre riscaldamento climatico e fenomeni meteorologici eccezionali potrebbero ulteriormente concorrere a concentrare le sostanze inquinanti”, ha dichiarato Francesco Pistelli, dirigente medico della U.O. di Pneumologia Universitaria, AOU Pisana.
Arrivare a questi risultati è stato possibile incrociando i dati di diversi studi condotti in Italia, come spiegato dalla stessa società. Infatti, da quanto emerso dalle ricerche, ci sono forti legami tra i ricoveri, la mortalità collegata alle malattie respiratorie e l’inquinamento.
Secondo quanto emerso dalla ricerca, ad aumentare il rischio di sviluppare Bpco, una malattia polmonare cronica e progressiva, è l’esposizione cronica al Pm10, che incrementa di 2,96 volte le probabilità di incorrere in questo male. Diversamente, ad aumentare il rischio di rinite di 2,25 volte è il Pm 2.5, che amplifica a sua volta il rischio di sviluppare espettorato cronico di ben 4,17 volte.
Carlo Vancheri, presidente Sip-Irs, ha dichiarato in merito: “Di fronte a questo scenario il ruolo della Società Italiana di Pneumologia deve essere quello di stimolare la conoscenza e la consapevolezza di medici, cittadini e istituzioni con iniziative concrete”. Per questo, in collaborazione con la Federazione Italiana della Pneumologia Onlus e l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, la Sip-Irs ha puntato ad incrementare la sensibilizzazione verso questa tematica, in parte grazie a spot e specifiche campagne di comunicazione sui media, che attraverso campagne sul territorio.
Restando sul tema, che resta strettamente legato alla questione ‘salute’, ha fatto notizia la nuova legge sul clima approvata in Svizzera domenica 18 giugno. Con il 59,1% di voti a favore, lo Stato elvetico punta ad impegnarsi concretamente nel ridurre le emissioni di gas serra nei prossimi anni. Un piano che, entro il 2050, punta alla neutralità climatica: per far ciò, sarà necessario non solo incrementare l’uso di fonti d’energia rinnovabile, ma anche ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili. Nello specifico, la neutralità carbonica consiste nel raggiungimento di uno stato di equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento del carbonio.
E in Italia? Rispetto al tema il nostro Paese viaggia su altri binari: secondo quanto riportato dal rapporto “10 Key Trend sul clima” elaborato lo scorso aprile da Italy for Climate, seguendo questo ritmo, l’Italia potrà azzerare le proprie emissioni di gas serra solo nel 2220. Insomma, siamo ben lontani dall’obiettivo: si riuscirà ad ottenere un cambio di rotta nel futuro?
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