Un emendamento approvato dalle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato, fa scattare la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2024, dell’invio della ricetta elettronica. Una notizia che arriva dopo l’approvazione del decreto milleproroghe da parte del Consiglio dei Ministri, che aveva esteso l’utilizzo della ricetta elettronica per tutto il 2023. La normativa era stata inizialmente introdotta come misura emergenziale dalla Protezione Civile durante il Covid, con scadenza a fine 2022. “La commissione ha inoltre messo agli atti la richiesta che la misura diventi strutturale”, ha spiegato la firmataria, Mariolina Castellone.
A esprimere soddisfazione è stato anche Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi). “La ricetta elettronica ha impresso una notevole accelerazione al processo di digitalizzazione della dispensazione del farmaco. La scelta di prorogarne l’utilizzo fino a tutto il 2024 non può che vederci, dunque, pienamente favorevoli. La possibilità di ricevere la prescrizione medica via e-mail o su uno smartphone ha notevolmente semplificato l’accesso alle cure per i pazienti. E se tutto questo è stato possibile lo si deve alla professionalità dei farmacisti che, con grande prontezza e capacità di adattamento anche sul fronte delle dotazioni tecnologiche, hanno reso possibile un cambiamento che scontata non era: la trasformazione di una e-mail o di un sms in una prestazione sanitaria”, ha dichiarato Mandelli. Anche Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Generali, si è espressa sulla misura: “Siamo contenti che il Governo abbia colto la nostra sollecitazione, prorogando di un anno la possibilità di ricevere le ricette mediche via mail o sms. Attendiamo, adesso, ulteriori misure per liberare i medici convenzionati del servizio Sanitario Nazionale da gravosi carichi burocratici a partire dalla possibilità di ridurre drasticamente le file di attesa negli studi con un’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia, specie per quelle patologie non obiettivabili”. Soddisfatto anche Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, secondo il quale “in questo modo si permette al medico di gestire il rapporto con l’assistito con meno burocrazia e liberando tempo per la relazione di cura. Serve però rendere la misura strutturale”.
Sono diverse le misure approvate in ambito sanitario. Semaforo rosso per la proposta della Lega, che puntava a far restare in servizio il personale sanitario fino a 72 anni, tuttavia la misura potrebbe riguardare i soli medici di famiglia e pediatri. Diversamente, è stato approvato un finanziamento pari a 50 milioni per il piano oncologico nazionale, che destina 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027. Inoltre, i contratti degli specializzandi potranno essere rinnovati fino al 31 dicembre 2023. Sono stati inoltre prorogati i crediti formativi per i medici, e agli operatori delle professioni sanitarie appartenenti al personale del comparto sanità, sono stati allentati i vincoli di esclusività fino a tutto il 2023 per un monte orario settimanale non superiore a 8 ore. Gli specializzandi, inoltre, potranno lavorare nei pronto soccorso, in pediatria e come medici di base, anche per gli anni 2022-2023. Il fine è quello di rafforzare i servizi sanitari regionali anche per il recupero delle liste d’attesa.
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