Esplode un nuovo allarme sanitario dall’Asia, che però viene prontamente smentito dalle autorità. Non prima che la Cina, e in seguito la ‘CNN’, parlassero di una potenziale polmonite sconosciuta. Che già avrebbe provocato oltre 1700 morti. E dall’impatto potenzialmente più letale dello stesso Coronavirus.
Il tutto ha origine in Kazakistan, teatro di una nuova ondata di decessi che ha scatenato il turbamento della Cina. L’ambasciata locale avrebbe individuato infatti nella causa una polmonite. Non si tratterebbe però di un ceppo di Sars-CoV-2 (ossia il Coronavirus), ma di uno ancora ignoto e dalle conseguenze potenzialmente terribili. Il suo sviluppo, secondo l’ambasciata cinese, sarebbe aumentato in maniera esponenziale e senza controllo dalla metà di giugno in poi.
Il terribile allarme è stato lanciato dall’ambasciata della Cina ai propri cittadini. In seguito la comunicazione è stata in parte riassunta dalla ‘CNN’. L’autorevolissimo media americano ha infatti riferito che secondo la Cina “Il dipartimento della Sanità del Kazakistan e altre agenzie stanno eseguendo ricerche comparative e non hanno definito la natura del virus della polmonite“.
È anche stato aggiunto che secondo le autorità sanitarie i casi sarebbero di diverse centinaia al giorno. Sarebbero poi oltre 30 i pazienti in condizioni critiche e i principali focolai si concentrano nelle regioni di Atyrau, Aktobe e Shymkent. La nuova polmonite avrebbe già ucciso 1772 persone da inizio 2020. Di queste, 628 sarebbero morte a giugno.
Nel frattempo è però giunta una smentita ufficiale dal Kazakistan, nello specifico dal ministero della Salute locale. “Le informazioni riportate non corrispondono alla realtà“, ha spiegato il dicastero. Che ha voluto rimarcare come i casi di polmonite finora registrati presentano analogie a quanto avvenuto con il Coronavirus, con pazienti però negativi ai test. Il tutto “in accordo con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità“.
Intanto, però, l’agenzia di stampa kazaka ‘Inform.kz’ ammette che nella capitale del Paese i casi di polmonite sono più che raddoppiati dal 2019. Rendendo la situazione, almeno per il momento, piuttosto ingarbugliata.
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