Dopo il via libera di ieri alla pillola anti Covid di Pfizer, arriva oggi negli Stati Uniti l’ok della Food and Drug Administration (Fda) anche alla pillola antivirale della casa farmaceutica Merck (Msd fuori da Usa e Canada). Il farmaco sarà destinato al trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2 da lieve a moderata negli adulti positivi.
Che cos’è il Molnupiravir e quando va preso
L’Agenzia americana del farmaco Fda ha annunciato di avere rilasciato l’autorizzazione all’uso di emergenza (Eua) per il farmaco Molnupiravir. Sarà destinato al trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2. Da lieve a moderata negli adulti positivi al test e ad alto rischio di progressione verso Covid grave, ricovero in ospedale o morte. Per i quali le opzioni terapeutiche alternative autorizzate dalla Fda non sono accessibili o non sono ritenute clinicamente appropriate. Molnupiravir è disponibile solo su prescrizione medica e deve essere iniziato il prima possibile dopo la diagnosi ed entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi. E, precisa la Fda in una nota, non è autorizzato per l’uso in pazienti di età inferiore a 18 anni. Questo perché “può influenzare la crescita ossea e cartilaginea”.
Il commento di Patrizia Cavazzoni sulla pillola Merck per le cure
Il farmaco al momento “non è inoltre autorizzato per la prevenzione pre o post-esposizione di Covid o per l’inizio del trattamento in pazienti ricoverati in ospedale causa Covid”. L’autorizzazione di oggi “fornisce un’ulteriore opzione di terapeutica contro il virus sotto forma di una pillola che può essere assunta per via orale”. Questo è il commento di Patrizia Cavazzoni, a capo del Centro per la ricerca e la valutazione sui farmaci della Fda. “Molnupiravir è limitato a situazioni in cui altri trattamenti autorizzati dalla Fda per Covid sono inaccessibili o non sono clinicamente appropriati e sarà un’utile opzione per alcuni pazienti. Mentre nuove varianti del virus continuano a emergere, è fondamentale espandere l’arsenale del paese di terapie Covid utilizzando l’autorizzazione all’uso di emergenza, e continuando a generare dati aggiuntivi sulla loro sicurezza ed efficacia”.