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SALUTE

Perché il caldo rende tristi? Ecco cos’è la SAD (seasonal affective disorder)

Odio l’estate” cantava Luigi Tenco, inneggiando al ritorno dell’inverno, in cui “il cuore un po’ di pace troverà”, e persino la suonata di Vivaldi dedicata all’estate è la sinfonia più malinconica delle Quattro Stagioni.

La bella stagione può essere portatrice sana di allegria, oppure diventare un periodo di malessere in cui molti finiscono per sentirsi sbagliati e “diversi”, dato che a differenza di molti altri non riescono a vivere il periodo all’insegna della spensieratezza. Tutto questo può avere a che vedere con la SADSeasonal Affective Disorder – una sindrome il cui nome è tutto un programma, dato che sad in inglese significa letteralmente “triste”, tuttavia gli studi al riguardo ci spiegano che non c’è niente di sbagliato nel sentirsi tali, in estate.

«È il caldo, non sei tu»

L’estate è quel momento dell’anno in cui le temperature cominciano a salire, impattando fortemente sul nostro livello di energia, ma la vita – dunque il lavoro e gli impegni pubblici e privati – devono per forza continuare. Mentre le generazioni più giovani e gli studenti riescono probabilmente a godersi a pieno di uno dei periodi più stancanti, ma anche più vivaci dell’avvicendarsi delle quattro stagioni, al resto delle persone tocca fare i conti con un numero notevole di scomodità e cali di risorse fisiche, le cui forti influenze nella quotidianità superano spesso i motivi per cui l’estate è osannata: le giornate lunghe, le attività all’aperto, un ritmo più lento dell’attività lavorativa (a meno che l’estate non coincida con l’alta stagione).

Così spesso si finisce per affrontare le ondate di caldosempre più intense a causa del cambiamento climatico – pur senza conoscerne le subdole conseguenze, non solo sul piano fisico ma anche su quello mentale e relazionale. «È il caldo, non sei tu»: così la rivista specialistica Everyday Health intitolava un articolo del 2022 sulla correlazione tra benessere mentale e ondate di calore, il quale rimane attuale e può renderci più consapevoli circa un fenomeno sempre più diffuso.

C’è chi non aspetta con fervore l’estate

Secondo uno studio dell’American Psychiatric Association (APA), l’espressione comune “il caldo dà alla testa” non è solamente un modo di dire: gli esperti sostengono che possa provocare picchi di irritabilità, cali di attenzione e memoria, oltre ad alterare i cicli di sonno.

Per questo esiste qualcosa che si chiama Disordine Affettivo Stagionale, o SAD dalle iniziali inglesi, ossia un tipo di depressione che ha una ricorrenza stagionale, i cui episodi di malessere tendono a ripetersi con cadenza regolare nel medesimo periodo dell’anno. La più diffusa e studiata finora è quella relativa all’inverno, ma è stato ampiamente dimostrato che il disordine affligga molti individui anche nella stagione calda.

Foto Pixabay | @UnPerfekt – Newsby.it

Da un semplice Seasonal Blue alla SAD

In soggetti che stanno vivendo un periodo di equilibrio mentale in bilico, gli effetti del caldo potrebbero risultare ancora più invalidanti e stressanti, soprattutto nel momento in cui altre persone intorno agli afflitti riescono ad associare effettivamente l’estate al divertimento e al riposo.

Il malessere della SAD può cominciare come semplice seasonal blues, una sensazione negativa costante ma temporanea che può presentarsi in qualsiasi cambio di stagione, come sintomo che il corpo si deve adattare ai nuovi ritmi solari e personali. Ma nel caso in cui questo sfoci in una vera e propria SAD, si dimostra subito ben più invalidante e complesso da curare.

A peggiorare questo tipo di summer anxiety può concorrere notevolmente l’impossibilità finanziaria di organizzare le vacanze: una situazione che può generare non solo frustrazione, ma anche ansia sociale, alimentando la sensazione di sentirsi diversi da chi, invece, può trarre “il meglio” dall’estate.

Non c’è niente di sbagliato a “odiare” l’estate

Un altro aspetto che alcune persone possono vivere con grande disagio è l’esporre maggiormente il proprio corpo alla vista degli altri. Tutto ciò è ovviamente qualcosa che si può combattere, questo facendosi aiutare dai propri cari e dagli specialisti.

Ma il primo passo per ritrovare un sano equilibrio tra benessere e malessere d’estate rimane è essere consapevoli del fatto che – come suggeriscono gli esperti – non c’è niente di sbagliato nel porsi in modo diverso nei confronti della bella stagione: odiare l’estate è più comune di quanto si pensi ed è anche un diritto sacrosanto, così come lo è chiedere aiuto se i sintomi dovessero diventare invalidanti e la sensazione di non farcela da soli dovesse diventare troppo forte.

Matilde Brizzi

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