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SALUTE

Covid, il piano dell’OMS per vaccinare i Paesi più poveri

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato un programma che punta a ridurre il divario di vaccinazione tra Paesi ricchi e poveri. L’obiettivo è garantire ai paesi più poveri un accesso equo ai vaccini, ai test e ai trattamenti anti Covid-19. Inoltre mira a garantire farmaci antivirali per i pazienti con sintomi lievi. In particolare, secondo quanto riportato da Reuters, l’OMS punta ad acquistare pillole antivirali a un prezzo calmierato. Si parla, più precisamente, di 10 dollari americani a corso (2 pillole al giorno per 5 giorni).

Il documento sottolinea che “l’accesso ai vaccini è altamente iniquo con una copertura che va dall’1% a oltre il 70%, a seconda in gran parte della ricchezza di un Paese“. Il programma mira a vaccinare almeno il 70% della popolazione ammissibile in tutti i Paesi entro la metà del prossimo anno. Tutto ciò, in linea con gli obiettivi dell’OMS.

OMS punta ad acquistare pillole anti Covid a un prezzo più basso

Il documento delinea gli obiettivi dell’Access to COVID-19 Tools Accelerator (ACT-A) fino a settembre del prossimo anno. Secondo quanto riportato, il programma vuole fornire circa 1 miliardo di test COVID-19 alle nazioni più povere e procurarsi farmaci per il trattamento di almeno 120 milioni di pazienti a livello globale. Considerando che nei prossimi mesi sono attesi circa 200 milioni di nuovi casi.
Il documento, sottolinea Reuters, è ancora in fase di consultazione ma verrà finalizzato entro la fine del mese per essere presentato al G20 di Roma.

L’ACT-A chiederà al G20 e ad altri donatori finanziamenti aggiuntivi di 22,8 miliardi di dollari fino a settembre 2022. Necessari per acquistare e distribuire vaccini, farmaci e test alle nazioni più povere. Sebbene non citi esplicitamente il molnupiravir, il documento ACT-A prevede di pagare un prezzo di 10 dollari a corso per “nuovi antivirali orali per pazienti lievi/moderati“. Sono in fase di sviluppo altre pillole per il trattamento di pazienti lievi, ma il molnupiravir è l’unico che finora ha mostrato risultati positivi negli studi in fase avanzata.

Il prezzo è molto basso se confrontato con i 700 dollari a corso che gli Stati Uniti hanno accettato di pagare per 1,7 milioni di cicli di trattamento. Tuttavia, uno studio condotto dall’università di Harvard ha stimato che il molnupiravir potrebbe costare circa 20 dollari se prodotto da produttori di farmaci generici. Con il prezzo che potrebbe scendere a 7,70 dollari con una produzione ottimizzata.

1 miliardo di test nel prossimo anno per le nazioni più povere

Inoltre, il programma prevede di investire massicciamente nella diagnostica del COVID-19 al fine di raddoppiare almeno il numero di test effettuati nelle nazioni più povere. Attualmente i Paesi poveri effettuano in media circa 50 test ogni 100.000 persone ogni giorno, contro i 750 test nelle nazioni più ricche. L’ACT-A vuole portare i tassi di test a un minimo di 100 test per 100.000 negli Stati più poveri. Ciò significa fornire circa 1 miliardo di test nei prossimi 12 mesi, circa 10 volte di più di quanto l’ACT-A abbia ottenuto finora.

La maggior parte della diagnostica sarebbe costituita da test antigenici rapidi al prezzo di circa 3 dollari. Solo il 15% della somma verrebbe speso per procurarsi test molecolari, che sono più accurati ma richiedono più tempo per fornire risultati, oltre ad essere più costosi.

La spinta ai test ha lo scopo di ridurre il divario tra ricchi e poveri, poiché solo lo 0,4% dei circa 3 miliardi di test segnalati in tutto il mondo è stato condotto nelle nazioni povere, afferma il documento.

I test aiuterebbero anche a individuare prima possibili nuove varianti, che tendono a proliferare quando le infezioni sono diffuse e quindi sono più probabili nei Paesi con tassi di vaccinazione più bassi.

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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