Da qualche tempo sta circolando una sottovariante di Omicron, una sorta di “sorella invisibile” che si sta diffondendo a macchia d’olio dall’Europa agli Usa. Due casi sono stati segnalati anche in Italia, in Liguria.
La sottovariante BA.2 è particolarmente difficile da individuare e in alcuni Paesi sembra stia prendendo il sopravvento sulla variante Omicron originale.
Secondo un pool di scienziati delle Università di Tokyo, Kumamoto, Hokkaido, Kyoto e dell’Istituto Weizmann, Omicron 2 dovrebbe essere nominata con una nuova lettera dell’alfabeto greco e considerata una variante a sé. BA.2 rappresenta infatti la variante maggiormente preoccupante per la salute globale, e la sua diffusione dovrebbe essere attentamente monitorata.
Perché Omicron 2 è una sottovariante “invisibile”
La “sorella” di Omicron è stata anche definita “invisibile“ perché è di difficile identificazione, dato che non presenta la delezione del gene S caratteristica di Omicron BA.1. Per trovarla, quindi, è necessario sequenziare tutti i campioni e questo implica una capacità di laboratorio che non tutti i Paesi hanno. La mancanza del gene S, invece, è quella che permette di sospettare l’appartenenza di un campione alla variante Omicron del tipo classico direttamente dal tampone.
Dov’è diffusa maggiormente e la situazione in Danimarca
In totale, 40 Paesi hanno segnalato casi di Omicron 2 nelle ultime settimane. Ancora incerta l’origine della sottovariante, anche se i primi segnali sono arrivati da Sudafrica e Filippine. Tuttavia è la Danimarca a segnalare il numero più alto di casi; in parte perché è particolarmente diffusa nel Paese ma anche perché è tra le prime nazioni al mondo per capacità di sequenziamento. Molte segnalazioni sono arrivate anche da India, Svezia e Singapore.
In Danimarca BA.2 si sta diffondendo rapidamente ed è ormai prevalente rispetto a BA.1. Anders Fomsgaard, virologo presso lo State Serum Institute danese, ha dichiarato che ora rappresenta circa il 65% dei nuovi casi. Allo stesso tempo, ha rassicurato: “Non siamo così preoccupati, dal momento che finora non vediamo grandi differenze nella distribuzione per età, stato vaccinale, reinfezioni e rischio di ricovero. Inoltre, nonostante l’alto tasso di infezione di BA.2, il numero dei ricoveri in terapia intensiva sta diminuendo“.
Omicron 2, analogie e differenze con la variante originale
Dalle prime osservazioni in India e Danimarca è emerso che BA.2 condivide 32 mutazioni con BA.1, ma presenta anche 28 mutazioni uniche. In totale, ha 70 mutazioni in più rispetto al ceppo originario Wuhan. Se in un primo momento le preoccupazioni erano limitate, ora la comunità scientifica sta iniziando a interrogarsi sull’efficacia dei vaccini anti Covid contro Omicron 2.
A studiare analogie e differenze di Omicron 2 con la variante “sorella” è infatti stato anche un pool di scienziati delle Università di Tokyo, Kumamoto, Hokkaido, Kyoto e dell’Istituto Weizmann per le Scienze, guidato da Daichi Yamasoba. Per i quali “le caratteristiche virologiche delle nuove varianti Sars-CoV-2 emergenti, come la trasmissibilità, la patogenicità e la resistenza all’immunità indotta dal vaccino e ai farmaci antivirali rappresentano un’urgente preoccupazione per la salute globale”.
Secondo i ricercatori, Omicron 2 ha un tasso di riproduzione 1,4 volte superiore alla prima variante. In particolare, risulta più replicativa nelle cellule epiteliali nasali umane rispetto a Omicron, si legge nel report finale dello studio. E ancora: “potrebbe costituire un rischio per la salute globale potenzialmente superiore alla variante 1″. Al momento, comunque, gli esperimenti hanno riguardato solo i criceti e necessitano di un’analisi sull’uomo.
“I nostri dati – affermano gli scienziati – sollevano una preoccupazione per cui BA.2 dovrebbe essere nominata con una nuova lettera dell’alfabeto greco e considerata una variante a sé. Il nostro lavoro indica che BA.2 rappresenta la variante maggiormente preoccupante per la salute globale, per cui sarebbe opportuno monitorare attentamente la sua diffusione“.