Una “parolaccia” che molti (se non tutti) non volevano più pronunciare sta purtroppo tornando in auge: lockdown. A parlare del nuovo livello di un nuovo allarme è il Corriere della Sera. L’ipotesi è quella di un ritorno alla chiusura delle attività “non essenziali” e al blocco degli spostamenti come a marzo, ma questa volta a livello locale. Nel mirino ci sono Milano, Napoli e Roma. A rischio anche Genova.
Se il numero dei malati Covid in terapia intensiva dovesse superare quota 2.300, il governo potrebbe adottare provvedimenti più stringenti, compreso il divieto di spostamento tra le Regioni. Palazzo Chigi al momento lo esclude, anche se all’interno dell’esecutivo una soglia è stata comunque fissata: 2.300 persone in terapia intensiva, per l’appunto. Il governo collabora con le Regioni seguendo una strategia comune, muovendosi in base all’indice Rt delle varie aree.
Il dato che allarma maggiormente in vista di un eventuale lockdown
L’Istituto Superiore di Sanità sugli scenari di crisi ha già individuato il livello “alto”, il peggiore, in tre settimane consecutive di Rt oltre l’1,5. Grande preoccupazione è legata agli ospedali e alla disponibilità di posti letto e in terapia intensiva. Tra strutture che reggono e altre in affanno, l’età media delle persone con sintomi gravi, sottolinea il Corriere, si è abbassata. Ieri le persone ricoverate in terapia intensiva erano 926. Una settimana fa, il 14 ottobre, erano circa la metà, 539. È questo il dato che allarma e su questo si stanno modulando gli interventi. Con la convinzione che oltre le 2.300 persone in condizioni gravi il sistema rischi di collassare.
Si parla della chiusura di alcune attività come sale giochi, palestre e piscine. Anche se in questi giorni i controlli dei Nas hanno evidenziato il rispetto dei protocolli. Intanto potrebbe essere resa obbligatoria la misura della temperatura e lo scaglionamento degli ingressi. Poi il capitolo centri commerciali: alcune Regioni hanno già deciso di farli rimanere chiusi durante il fine settimana. Se la curva dei positivi continuerà a salire, il governo potrebbe estendere questa misura a tutto il territorio nazionale. Lasciando però aperti i negozi di generi alimentari e le farmacie, proprio come ha già fatto la Lombardia.
E si valuta il divieto di spostamento tra Regioni se non per comprovate esigenze di lavoro, salute o altre urgenze. Ulteriore obiettivo è fare rispettare norme, in particolare quelle relative al coprifuoco che scatta alle 23 o alle 24, in maniera omogenea.
Covid, Scotti (Odm Napoli): “Situazione quasi drammatica, non si regge più
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“È incredibile che si continui a dire che i medici famiglia non stiano facendo nulla. Bisogna ricordare che ci sono morti tra medici di famiglia a causa del Coronavirus. A me, ad esempio, sono stati consegnati i vaccini senza i dpi per poterli somministrare. Ogni operatore dovrebbe essere protetto adeguatamente. Noi siamo investiti da tutta una serie di processi da cui poi non riceviamo alcun ritorno. Il sistema di tracciamento in capo alle Asl mi pare chiaramente saltato e con questo tasso di crescita dei contagi non reggiamo neanche per altre due settimane. Gli effetti dei provvedimenti di questi giorni avranno effetto troppo in là. Il dramma oggi non c’è ma il rischio concreto è che ci sia già domani. La popolazione dovrebbe essere in grado di importi da sola un lockdown eliminando le attività non necessarie”. Così Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli.