Per i malati cronici si potrebbe aprire la possibilità di accedere alle visite senza più passare dal Cup, superando la prenotazione tradizionale. Ecco come
In un contesto sanitario sempre più orientato alla gestione ottimale delle malattie croniche, emerge forte e chiaro il messaggio del presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Pietro Dattolo. La necessità di rivedere l’approccio organizzativo verso i pazienti affetti da patologie a lungo termine diventa imprescindibile per garantire una qualità della vita migliore e ridurre gli accessi imprevisti ai pronto soccorso.
Il corso tenutosi a Firenze sulla “Malattia renale cronica e nuove frontiere terapeutiche” ha gettato le basi per una profonda riflessione sul futuro della gestione delle malattie croniche. Pietro Dattolo sottolinea l’importanza di un modello che preveda una sinergia operativa tra specialisti ospedalieri e medici di medicina generale. L’obiettivo è quello di creare un flusso continuo di cura che possa prevenire l’aggravarsi delle condizioni dei pazienti.
La proposta avanzata mira a superare la tradizionale modalità di prenotazione delle visite attraverso il Centro Unico Prenotazioni (CUP), spesso fonte di ritardi e inefficienze. Dattolo propone invece la creazione di strutture ospedaliere dedicate dove i pazienti cronici possano essere seguiti con continuità, senza dover ogni volta riprogrammare gli appuntamenti. Queste strutture dovrebbero operare in coordinamento stretto con i medici di base, facilitando così la gestione complessiva del paziente.
L’introduzione del teleconsulto rappresenta una delle soluzioni più innovative proposte durante l’incontro. Grazie alla tecnologia, molti problemi dei malati cronici potrebbero essere risolti senza necessariamente richiedere la loro presenza in ospedale. Questo non solo alleggerirebbe il carico sulle strutture sanitarie, ma migliorerebbe anche significativamente la qualità della vita dei pazienti stessi.
La situazione dei malati renali in Toscana è stata posta come esempio emblematico: circa 250 mila persone convivono con questa patologia nella regione, 40-50 mila delle quali si trovano negli stadi più avanzati della malattia. La necessità di un approccio integrato che coinvolga diversi specialisti diventa quindi fondamentale per garantire loro assistenza adeguata ed efficace.
Le parole del presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze aprono a scenari futuri in cui la collaborazione multidisciplinare e l’utilizzo intelligente delle tecnologie digitali potrebbero rivoluzionare l’approccio alle malattie croniche nel nostro Paese. Una visione che pone al centro il benessere del paziente e l’efficacia del sistema sanitario nel suo complesso, superando ostacoli burocratici e limitazioni operative attuali.
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