Un recente report di Francesco Paolo Figliuolo parla di un 70% della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale a fine agosto. E di una previsione dell’80% degli italiani vaccinati entro fine settembre. Ma, nella realtà, i numeri veri che erano stati previsti nella scorsa primavera, quando il generale prese il posto di Domenico Arcuri commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, erano altri. Andiamo a vedere il perché.
Come si dovrebbe calcolare esattamente l’80% degli italiani vaccinati
Il report quotidiano aggiornato alle ore 6 della mattina del 1°settembre riportava che 37.882.252 di persone avevano completato il ciclo vaccinale . In totale medici e infermieri hanno somministrato 77.840.987 di dosi. Il raggiungimento dell’obiettivo dell’immunità di gregge al 70% entro fine agosto contiene però un piccolo escamotage. La base di riferimento, infatti, non è più “calcolata su tutta la popolazione”, come si diceva nel piano presentato dal commissario lo 13 scorso marzo, bensì sulla “popolazione over 12”. Un dettaglio esattamente non da poco. Perché se a questo punto considerassimo il totale degli abitanti italiani (59.257.566 di persone), la percentuale al 31 agosto di italiani vaccinati si aggirerebbe intorno al 64%.
Cosa c’è ancora da migliorare nella campagna vaccinale
Se Figliuolo volesse mantenere la sua promessa originaria (80% degli italiani vaccinati) nei prossimi 27 giorni bisognerebbe arrivare a quota 47.406.252. Un obiettivo non propriamente semplicissimo da raggiungere. Anche perché il mezzo milione di somministrazioni al giorno doveva essere il ritmo da tenere per tutta l’estate: invece fu raggiunto in ritardo ed è stato disatteso per tutto il mese di agosto, quando il numero di vaccinazioni è sceso addirittura sotto i 2 milioni a settimana. Senza contare che la vera “falla” della campagna vaccinale resta sempre legata alle vaccinazioni delle categorie più a rischio. Ancora oggi restano 3,8 milioni di over 50 che non hanno ricevuto nemmeno una dose. Ancora più di 500mila 70enni, oltre un milione di 60enni e quasi due milioni di 50enni. Sono le categorie a rischio di ricovero, anche in terapia intensiva, in caso di contagio.