In Australia è arrivato il via libera all’utilizzo dell’Ecstasy terapeutica. Nello specifico, sono due le sostanze il cui utilizzo nel Paese è stato approvato in ambito medico contro altrettante specifiche condizioni. Si tratta dalla Mdma, ovvero l’ecstasy, autorizzata per il disturbo post-traumatico da stress e la psilocibina, la sostanza contenuta nei funghi allucinogeni, che ha ricevuto il via libera per il trattamento della depressione resistente ad altre terapie. Lo ha annunciato, a sorpresa, la Therapeutic Goods Administration (Tga) di Canberra. L’Australia diventa così il primo paese al mondo ad autorizzare l’utilizzo medico di queste due sostanze. L’Mdma e la psilocibina, con entrambe alle spalle una lunga storia di sperimentazione clinica, potranno essere prescritte dal prossimo luglio esclusivamente dagli prischiatri con un’autorizzazione apposita.
“Si tratta di un passo molto gradito per allontanarsi da quelli che sono stati decenni di demonizzazione“. Così, in un’intervista al Guardian il dottor David Caldicott, docente di medicina d’urgenza presso l’Australian National University, ha commentato il via libera all’utilizzo a scopo terapeutico dell’Mdma e psilocibina. Utilizzo che resterà vietato al di fuori dei protocolli medici previsti e senza la prescrizione medica, che sarà limitata. Altri esperti, invece, invitano alla prudenza. La neuropsicologa cognitiva Susan Rossell, del Center for Mental Health di Swinburne, per esempio, sostiene che siano necessarie ulteriori ricerche e si approccia alla decisione con “un notevole grado di cautela“. “Non abbiamo alcun dato sui risultati a lungo termine, quindi questo mi preoccupa molto, ed è uno dei motivi per cui sto estendendo così tanto il mio studio“, ha dichiarato al quotidiano britannico Rossell, responsabile della maggiore ricerca mai svolta in Australia sull’efficacia della psilocibina nel trattamento della depressione.
Anche Therapeutic Goods Administration (Tga) di Canberra ha avvertito che “i pazienti possono essere vulnerabili durante la psicoterapia assistita da sostanze psichedeliche” e che occorrono quindi “controlli per proteggerli”.
L’ecstasy, sviluppata come soppressore dell’appetito nel 1912, iniziò a trovare applicazioni terapeutiche nella psichiatria, in particolare negli Stati Uniti negli anni ’70. Ne fu poi proibito l’utilizzo nel 1987 a seguito dell’esplosione dell’uso ricreativo dell’Mdma verificatori negli anni ’80. Per quanto riguarda i funghi allucinogeni, il loro possesso è illegale in Australia, anche se se ne possono trovare di diverse varianti in natura.
Secondo Caldicott, una fornitura controllata di Mdma o psilocibina “può avere effetti notevolissimi su condizioni spesso considerate refrattarie al trattamento“. Inoltre, ha concluso il docente, “oltre a un beneficio terapeutico chiaro e in continua evoluzione, offre anche la possibilità di recuperare decenni di opportunità perdute di approfondimento del funzionamento interno della mente umana”, percorso abbandonato “per così tanto tempo nel quadro di una ‘guerra alla droga’ ideologica e mal concepita“.
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