Moderna è pronta per avviare le sperimentazioni sugli esseri umani, a partire dal 19 agosto, di un vaccino contro l’Hiv. La notizia è apparsa sulla pagina di ClinicalTrials.gov, la banca dati su informazioni e sperimentazioni cliniche negli Stati Uniti, sviluppata dal U.S. National Institutes of Health (NIH) in collaborazione con Food and Drug Administration (FDA).
Si tratta di studi preliminari di “fase 1” e proseguiranno fino al 2022. Secondo i ricercatori dell’azienda di biotecnologie che ha creato uno dei vaccini utilizzati per combattere il Covid-19, i primi risultati significativi si avranno solo nel 2023. Alla ricerca parteciperanno 56 volontari di età compresa tra i 18 e i 56 anni.
L’idea di Moderna è utilizzare la tecnologia dell’Rna messaggero per trovare un vaccino contro l’Hiv. Finora ogni tentativo non ha avuto successo. Nelle precedenti ricerche veniva iniettato nel paziente un virus inattivo, con la speranza che il sistema immunitario reagisse al virus esterno.
Moderna ha fatto sapere di aver già realizzato due prototipi di vaccino contro hiv: mRNA-1644 and mRNA-1644v2. Entrambi hanno passato il test di sicurezza per essere somministrati agli esseri umani. Il meccanismo di azione sarebbe simile a quello utilizzato contro il Covid. Ovvero, sfruttare le proteine per stimolare la produzione di anticorpi.
L’Rna ha notevoli vantaggi. Con l’Rna, che è facile da sintetizzare, si possono progettare dei test con molti antigeni diversi e ampliare il ventaglio degli screening. Così è più facile individuare una strada promettente e passare poi eventualmente a una produzione più allargata. Insomma, una maggior flessibilità che permette di risparmiare tempo.
E questa pare essere l’arma migliore nell’affrontare l’Hiv. Infatti, il virus negli anni è mutato molto, e tende a mutare piuttosto velocemente. Quindi una tecnologia come quella sviluppata da Moderna permetterebbe sia di fare più test contemporaneamente, sia di modificare in corso il vaccino e in futuro adattarlo senza problemi.
È presto per sperare, ma da quarant’anni la ricerca di un vaccino per l’Hiv è stata una sorta di chimera. A volte si è pensato di arrivarci vicino, come nel caso del vaccino thailandese negli anni Duemila che riduceva il tasso di infezione fino al 30 per cento. Tuttavia i risultati furono contestati da alcuni scienziati. Un altra ricerca fu bloccata perché addirittura il vaccino sembrava accrescere le probabilità di contrarre il virus.
L’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita), causata dal virus Hiv, capace di attaccare il sistema immunitario di una persona sana si stima abbia ucciso tra le 32 e i 40 milioni di persone. Per anni fu persino impossibile trovare una cura.
Oggi la ricerca farmacologica ha compiuto progressi importanti, fornendo nuovi prodotti alla terapia di combinazione (compresi i cosiddetti “antiretrovirali“), che sono riusciti a trasformare l’Aids da malattia senza speranza a malattia cronica con una speranza di vita per i pazienti quasi paragonabile agli individui sani.
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