In ambito sanità l’esecutivo Meloni spinge verso la digitalizzazione. Dopo il provvedimento varato lo scorso 12 maggio, che ha sancito definitivamente l’ufficialità della ricetta elettronica per volere del ministro della Salute Orazio Schillaci, il governo ha fatto sapere di voler introdurre anche il fascicolo sanitario digitale. Ad annunciarlo è stato nuovamente Schillaci, durante la prima edizione del convegno ‘Sanità in Liguria: sinergie vincenti per una Regione all’avanguardia nella ricerca e nella digitalizzazione’. L’evento, organizzato a Rapallo dalla Fondazione Pallavicino Ets e dal gruppo ‘Edizioni Liguri’ con il patrocinio della Regione Liguria, ha visto il ministro intervenire in videocollegamento.
“L’introduzione del fascicolo sanitario digitale è un argomento molto complesso perché c’è di mezzo tutto un capitolo abbastanza spinoso sulla privacy, ma sono molto fiducioso che a breve, con lo sforzo e il contributo di tutti, riusciremo a risolvere il problema e andare veramente nella direzione della telemedicina”.
Se la ricetta elettronica era stata introdotta, inizialmente, come una temporanea pratica spinta dall’emergenza Covid, questa è stata poi scelta come soluzione definitiva, vista la sua praticità e versatilità. Inserita nel 2020 per evitare gli spostamenti durante la pandemia, è poi diventata normalità in diverse zone d’Italia. La digitalizzazione in ambito sanitario ha mostrato tutta la sua efficacia e, proprio per questo, il governo ha deciso di continuare a investire in quest’ambito. A moderare l’incontro ligure è stato l’infettivologo Matteo Bassetti, che ha colto l’occasione per domandare a Schillaci in quanto tempo il percorso di digitalizzazione dei fascicoli sanitari verrà completato. “È un argomento su cui il Governo punta molto e vuole cercare di risolverlo rapidamente, la digitalizzazione è fondamentale per avere una sanità più moderna e anche più uguale sul territorio nazionale, quindi c’è il nostro impegno”, ha risposto il ministro.
Per questo, il prossimo mercoledì 24 maggio è previsto un incontro “per cercare di arrivare a una conclusione”, con il ministro per le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, e il sottosegretario con delega all’Innovazione Alessio Butti. Lo stesso Schillaci ha sottolineato come proprio durante la pandemia si sia resa evidente “l’importanza della ricerca che ha fatto sviluppare farmaci e vaccini in tempi strettissimi. Quindi investire in ricerca e innovazione è strategico, in un’ottica di un’assistenza sanitaria sempre più personalizzata, migliore e che sia sostenibile per il sistema, superando le tante disuguaglianze presenti ancora oggi nel nostro territorio nazionale”.
Per questo oggi, secondo Schillaci, la ricerca e la digitalizzazione sono essenziali per una sanità migliore. E capace, quindi, di affrontare i nuovi problemi – o “del terzo millennio”, così definiti dal ministro. “La ricerca ci ha permesso di compiere passi in avanti straordinari, possiamo oggi curare malattie che un tempo pensavamo fossero inguaribili. Sono convinto che una visione all’avanguardia della sanità non possa prescindere da quella che viene definita la medicina delle quattro ‘P’: prevenzione, predittività, medicina personalizzata e partecipazione. Dobbiamo muoverci verso una medicina che sia sempre più proattiva e non solamente reattiva”, ha concluso il ministro.
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